Un Convegno per confrontarci ed assumere possibili e concrete iniziative
unitarie
[email da Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML)]
Nei
mesi scorsi il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) ha
inviato una lettera a numerosi gruppi, organizzazioni e circoli che si
definiscono comunisti, in alcuni casi marxisti-leninisti. Con questa lettera
abbiamo posto all’attenzione di queste forze i documenti da noi elaborati ed è
stato chiesto un incontro per approfondire la reciproca conoscenza, avviare il
confronto e verificare l’esistenza delle condizioni per avanzare nel processo
di unità dei comunisti.
I
riscontri ricevuti non sono stati soddisfacenti. Tranne alcune risposte
positive, da parte di realtà con cui sono già stati avviati i contatti, ci
siamo trovati di fronte ad un panorama negativo, riflesso dell’attuale realtà
del movimento comunista nel nostro paese e dei suoi limiti storici e attuali.
Riteniamo
un dovere dei comunisti parlare chiaro, e criticare in modo aperto i vari
atteggiamenti e fattori, oggettivi e soggettivi, che ostacolano il processo di
unità dei comunisti nel nostro paese.
Riteniamo
altresì dover ribadire il nostro concetto di unità e chiarire ruolo e funzione
della struttura di lavoro che ci siamo dati.
Allo
stesso tempo, avanziamo nella parte finale di questo documento una proposta
politica che speriamo possa costituire un terreno di incontro, dibattito e
iniziativa comune dei comunisti.
Per
quanto riguarda gli aspetti critici, abbiamo registrato alcuni tipi
fondamentali di atteggiamenti che ora ci accingiamo ad esaminare e criticare.
Cominciamo
da due tipiche deviazioni: il settarismo ed il localismo, mali che conducono
alla passività, all’isolamento o alla politica riformista dei “piccoli passi”,
senza effettiva valenza.
Ecco
in breve alcune posizioni riscontrate:
1. I sostenitori della c.d. autonomia organizzativa
Un
primo atteggiamento negativo è quello delle realtà che vogliono mantenere una
propria “autonomia organizzativa”.
Diciamo
innanzitutto, che nella fase attuale essa non viene da noi posta in
discussione, e dunque ciò si rivela soltanto un pretesto su cui si arroccano
alcuni compagni.
Premesso
ciò, vogliamo sottolineare che per i marxisti-leninisti la rivendicazione della
”autonomia organizzativa” non può comunque significare estraniarsi dall’unità
di azione, da una comune organizzazione di classe, dai processi che si dirigono
verso l’unità strategica.
L’arroccarsi
dietro l’autonomia organizzativa, che il più delle volte è una frase vuota per
nascondere l’assenza di una reale attività politica, denota profonde carenze
teoriche e un atteggiamento che conduce sempre al settarismo.
Si
tratta di un male che si nasconde sotto diverse forme e pretesti, ma che agisce
sempre a favore della frammentazione, per impedire la formazione di un centro
di attrazione marxista-leninista che inneschi un positivo processo di
concentrazione e accumulo di forze.
2. I sostenitori del localismo
In
alcuni casi il settarismo si accompagna al localismo, ossia alla
sopravvalutazione della politica in un ambito determinato e particolare, che di
fatto conduce alla forte limitazione (se non alla negazione) del ruolo dei
comunisti quali forza politica organizzata di carattere nazionale,
sottomettendo il proprio ruolo alle esigenze particolari (territoriali,
regionali, etc.).
La
base di classe del localismo spesso sta nell’influenza della borghesia (in
alcuni casi di settori “autonomistici”) e della piccola borghesia, e si
accompagna a una difettosa comprensione del rapporto tra lavoro politico
“generale” e “particolare”.
In
realtà, opponendosi o eludendo la questione dell’unità di azione dei comunisti
nella classe operaia e nelle masse popolari su base ampia, non sviluppando
un’adeguata azione politica sul piano generale, questi gruppi ostacolano lo
sviluppo della lotta di classe e il processo di formazione di un solo, forte
partito di avanguardia del proletariato.
Sofismi e princìpi
Una
delle tattiche adoperate dal settarismo e dal localismo è quello di mettere
costantemente in primo piano differenze secondarie, di aggrapparsi ai sofismi,
di creare “distinguo” a tutti i costi, per boicottare il lavoro collettivo e
perpetuare le divisioni.
Al
contrario dei settari e dei localisti, va assolutamente sostenuta la tendenza a
unirci sulla base dei principi fondamentali del comunismo e della loro
applicazione nella realtà concreta, seguendo l'insegnamento leninista.
Dobbiamo
aiutare i sinceri comunisti a rompere con queste deviazioni e con chi le
sostiene, perché i marxistileninisti senza organizzazione su base nazionale,
senza Partito non vanno da nessuna parte.
"Definirsi
per unirsi" significa stabilire le questioni fondamentali, essere fermi
sui principi rivoluzionari e duttili nella tattica, ponendosi alla testa della
classe operaia grazie alla attività politica quotidiana, che deriva
dall’acquisizione della nostra teoria d' avanguardia.
La
lotta contro il settarismo e il localismo è una battaglia che va affrontata e
vincere per andare verso un unico Partito. E’ una cartina di tornasole per
capire chi si limita a proclamarsi comunista e chi svolge effettivamente una
funzione rivoluzionaria.
La
discriminante oggi passa fra chi si esprime e lavora concretamente per l'unità
dei marxisti-leninisti, per un forte e unico Partito, e chi non lo fa,
avanzando pretesti o peggio ancora convergendo nei fatti con i revisionisti.
I taciturni
Un
altro atteggiamento purtroppo riscontato è quello di un riprovevole silenzio,
cioè della assenza di qualsiasi risposta. Lo possiamo dividere in tre
sottotipi.
a.
Il silenzio degli indifferenti.
Un
tipico errore in cui incorrono taluni gruppi è quello di concepire un proprio
sviluppo “autocentrato”. Questa convinzione, consiste in una sorta di
presunzione politica per cui il Partito viene visto nascere esclusivamente
dallo sviluppo della propria organizzazione, oppure nell’agitare la questione
del Partito solo per la sopravvivenza del proprio orticello. Ciò finisce per
escludere a priori il confronto con le altre forze comuniste, e si traduce spesso
nell’indifferentismo reciproco. Il risultato è noto: mantenere un alto tasso di
spezzettamento tra i sinceri comunisti e restare ai margini della lotta
politica.
Questo
atteggiamento è irresponsabile e controproducente, perciò da condannare
fermamente. Invitiamo questi compagni ad uscire dal loro riserbo (nel caso
migliore) e dal loro disinteresse (nel caso peggiore) e di esprimersi.
Chiediamo loro: vi sono carenze e limiti nel nostro progetto? Bene, criticateli
apertamente! Vi sono altri progetti più avanzati per l’unità dei comunisti?
Ebbene, che vengano allo scoperto! I sinceri comunisti hanno il dovere di
offrire il loro contributo in questo senso, invece di nascondersi dietro un
vergognoso silenzio. Da parte nostra saremo ben disposti a confrontarci con
ogni proposta concreta sul terreno del marxismo-leninismo.
b.
Il silenzio degli eclettici.
Costoro
non vogliono prendere pozione per non scontentare questo o quel sottogruppo,
questa o quella tendenza, questa o quella forza opportunista. Vorrebbero tutti
uniti, senza distinzione, senza capire che quello dell’unità è un processo che
si basa sulla lotta contro tutte le deviazioni e le tendenze opportuniste e
borghesi dentro il movimento comunista, senza comprendere che la costruzione di
un unico Partito non può prescindere dalla rottura irrevocabile e definitiva
con ogni forma di opportunismo. Ciò porta queste realtà a negare la
partecipazione al dibattito per la ricostruzione di una sola organizzazione su
corrette basi di principio.
Sia
chiaro. Noi non intendiamo porre sullo stesso piano e combinare assieme
determinate organizzazioni, gruppi e singoli compagni a prescindere dai loro
presupposti ideologici, dalla loro linea politica, dal contenuto del loro
lavoro, dal loro atteggiamento verso il revisionismo ed il riformismo.
Combattiamo apertamente l’eclettismo e il conciliatorismo con le diverse
espressioni del revisionismo, nella convinzione che servono solo ad aumentare
la confusione e il travisamento del marxismo-leninismo.
L'esperienza,
ci ha già resi abbastanza accorti per evitare "coordinamenti" che
mettono insieme gli elementi più discordi provocando solo attriti, delusioni,
danni ulteriori.
Non
si può unire tutto e tutti. Non è realistico, in quanto ci sono posizioni
giuste e posizione sbagliate, c'è chi all'interno di ciascuna forza e di
ciascuna corrente aspira sinceramente all'unità e chi rema sistematicamente
contro, con i più svariati motivi. Ovvero gli incalliti nemici del
marxismo-leninismo e dell'estensione dei legami politici con la classe operaia,
gli opportunisti, molti dei quali per decenni hanno bivaccato dentro
Rifondazione e PdCI.
Allo
stesso tempo diciamo che non si può condannare il revisionismo a giorni
alterni, occasionalmente o in modo superficiale, di facciata. Fare questo significa
non aver compreso che esso è una manifestazione dell'ideologia borghese, un suo
sottoprodotto che serve per combattere la classe operaia dal suo interno.
Auspichiamo
quindi lo sviluppo di una lotta a fondo contro queste tendenze e i loro
rappresentanti, condizione per avanzare nell’unità comunista.
c.
Il silenzio dei morti.
E’
il silenzio di chi pur non esistendo più politicamente, continua a mantenere
un’esistenza fittizia. Un fenomeno tipico nella attuale situazione del
movimento comunista nel nostro paese è la permanenza soltanto “virtuale” o
“nominale” – fino a prova contraria - di alcuni circoli e gruppi. E’ questa
un’amara realtà sulla quale non è il caso di dilungarci oltre.
La concezione leninista dell’unità
Contro
le deviazioni e le posizioni erronee, ribadiamo la concezione leninista
dell'unificazione dei comunisti.
Secondo
tale concezione numerose cause, profonde e oggettive, producono costantemente
nel movimento comunista dei mutamenti che creano le basi della unità, generano
la sua piattaforma ideologica ed organizzativa, talvolta nonostante e contro
determinate organizzazioni, gruppi e singoli compagni ed anche senza che questi
se ne rendano conto.
Queste
condizioni oggettive oggi si rafforzano nelle particolarità di un periodo di
prolungata crisi economica e di offensiva borghese a tutto campo, di sfacelo
della socialdemocrazia, di rifiuto delle illusioni, dei miti e dei vecchi e
corrotti partiti borghesi-riformisti, di graduale ripresa del movimento operaio
e comunista.
L'unificazione
può avvenire attraverso passaggi e strutturazioni diversi, ma un suo requisito
indispensabile è che essa si costruisca a partire da giusti fondamenti
ideologici, politici, programmatici ed organizzativi, attraverso il lavoro
pratico in comune, nel vivo della lotta di classe intransigente contro la
borghesia, il revisionismo ed il riformismo.
Questo
significa sviluppare una costante critica politica contro quelle
organizzazioni, gruppi e singoli compagni che frenano il processo di lotta per
il Partito e oscillano costantemente verso tendenze e posizioni conciliatrici.
Occorre
dunque, con una decisa e intransigente politica proletaria, provocare
mutamenti, spostamenti, schieramenti all'interno delle vecchie tendenze o
frazioni, gruppi e sottogruppi; promuovere e fare partecipare al lavoro comune
elementi nuovi che non appartengano all'ambito di questa o quella
organizzazione; sostenere l'unione con i giovani operai, con gli intellettuali
rivoluzionari che rompono con l'ideologia borghese e si legano alle masse accettando
di militare disciplinatamente nelle fila del Partito del proletariato.
L’unità
di cui abbiamo bisogno come l’aria è quella che ci fa compiere passi avanti
verso il Partito unico, su salde basi teorico-pratiche e nella completa
indipendenza nei confronti degli opportunisti e della borghesia.
Se
invece questa unità è un’unità senza principi significa una sola cosa: non
rompere la catena che lega alla socialdemocrazia e al revisionismo, non unirsi
sulla base dei principi del comunismo, ma rimanere nelle varie parrocchie e
coordinarsi sulla base del pragmatismo, dell’utilitarismo, dell’elettoralismo e
dei compromessi di principio.
Per
noi questa è un’unità inutile, che dura poco e serve ancora meno, è una forma
di passività e di subalternità all’ala sinistra della borghesia.
Dunque,
il processo di unità dei comunisti e di costruzione di un Partito unico è
sempre connesso alla lotta contro le deviazioni, le degenerazioni, le
deformazioni del marxismo-leninismo, che sono altrettante manifestazioni dell'influenza
borghese e piccolo-borghese sul proletariato e che in ogni momento possono
aprirsi una strada.
L'unità
leninista viene allora a configurarsi come l'obiettivo e l'oggetto di una lotta
accanita e risoluta fra l'ideologia proletaria e tutte le altre tendenze
non-proletarie, contro tutti gli atteggiamenti, i comportamenti, le tendenze,
le posizioni sbagliate che si frappongono all’unità dei comunisti.
La
disunione, la frammentazione, la disgregazione, hanno le loro cause profonde
nei difetti ideologici e nelle deviazioni verso il revisionismo e
l'opportunismo, nel basso livello e nella confusione ideologica che dobbiamo
registrare nel nostro paese. Contro questa situazione, che deriva da ragioni
storiche, dobbiamo continuare a sviluppare la battaglia, convinti che nel
movimento comunista, senza una comune base ideologica, non ha alcun senso
parlare di unificazione organizzativa.
Il
requisito indispensabile per l’unificazione dei comunisti sta nel ritrovarsi in
tutto e per tutto sul terreno della teoria di Marx, Engels, Lenin e Stalin, i
quali hanno posto le pietre angolari della teoria di avanguardia che esprime le
esigenze di sviluppo della vita materiale della società; nel rifiuto più
deciso, nella lotta più determinata contro qualsiasi manifestazione di
revisionismo e di opportunismo, particolarmente quelle forme assai diffuse in
Italia come il revisionismo togliattiano, il radical-opportunismo, il
movimentismo, l’economicismo, l’anarcosindacalismo, l’ultrasinistrismo, etc.
Ancora sul CONUML e il suo ruolo
Il
CONUML si è costituito lo scorso settembre come momento di un processo di
coerente unificazione dei comunisti su coerenti presupposti marxisti-leninisti
e sta sviluppando la sua azione politica ed ideologica, in modo totalmente
indipendente dalle correnti borghesi, riformiste e revisioniste.
Le
basi su cui è sorto sono:
a.
la definizione chiara dei requisiti indispensabili, di quelle discriminanti, di
quelle posizioni fondamentali e di principio senza le quali non ha senso
parlare di unificazione dei veri comunisti;
b.
l’assoluta, netta ed aperta rottura con il revisionismo, l’opportunismo, la
socialdemocrazia, la totale indipendenza del proletariato su ogni piano;
c.
l’elaborazione e la pratica comune delle organizzazioni e dei loro compagni che
ne fanno parte, che si sostanzia nella produzione e diffusione di documenti,
comunicati, volantini, partecipazione a manifestazioni, iniziative pubbliche,
inchieste, convegni, attività di formazione, etc.
Riteniamo
che la linea giusta sia oggi quella che esige l'unione militante dei
marxisti-leninisti in un’unica organizzazione e con un unico programma, in
stretto legame e a sostegno delle lotte operaie attuali, cimentandosi nei fatti
alla soluzione di tale questione.
Gli
autentici comunisti sono quelli che oggi si battono instancabilmente per
l'unità su giuste basi e per il loro rapporto con il movimento operaio,
misurandosi quotidianamente con le questioni poste dall’inasprimento delle
principali contraddizioni della nostra epoca: la contraddizione fra il lavoro e
il capitale, fra i diversi gruppi del capitale finanziario e le diverse potenze
imperialiste, tra le potenze imperialiste dominanti e i popoli e i paesi
dipendenti.
I
compagni che riconoscono la validità di queste posizioni, hanno il dovere di
raggrupparsi e lavorare assieme, immediatamente, dato che non c'è ragione
valida per mantenere la separatezza.
Malgrado
si mantengano dei disaccordi non di principio e su alcune questioni tattiche,
sulla valutazione di questo o quel processo o fenomeno, malgrado persistano - e
persisteranno per qualche tempo - sfumature diverse che vanno discusse e
ricomposte ad unità, noi dobbiamo assolutamente metterci alla prova e dar vita
ad un lavoro in comune, a un intervento e a una iniziativa politica nella
classe operaia, preparando le condizioni per l’unità strategica.
Solo
ponendoci seriamente i fini socialisti e i compiti politici del proletariato,
solo realizzando un lavoro pratico fra le masse sfruttate e oppresse, tramite
una effettiva unità di azione, potremo giungere ad una posizione politica
realmente unificata e completare la fusione in tutti i suoi aspetti.
E’
per mezzo di un lavoro sistematico e consistente nella classe operaia, nel vivo
della lotta di classe, che potremo conquistare influenza dentro la classe operaia
e compiere quei decisivi passi in avanti e raggiungere una unità superiore: il
Partito unico del proletariato italiano.
Comunista
è chi lavora per portare il socialismo scientifico e proletario nelle lotte di
tutti i giorni; chi organizza gli operai non mettendosi alla loro coda, ma
elevando la loro coscienza; chi li dirige nei fatti legandosi ad essi nel corso
della lotta; chi prepara ogni giorno alla rivoluzione il movimento operaio,
stabilendo con esso un rapporto aperto e diretto, accumulando forze
rivoluzionarie.
La
profondità della crisi del barbaro sistema capitalistico esige che si rafforzi
sempre più l’unità dei marxistileninisti e la loro unione con il movimento
operaio e popolare, per consolidare entrambi.
Non
serve a questo scopo l’indifferenza, il silenzio, la disgregazione,
l’atteggiamento settario che taluni gruppi mantengono; non serve
l’organizzazione dei comunisti in differenti circoli, perché tutto ciò porta
solo a mantenere la distanza, il distacco fra socialismo scientifico e movimento
della classe.
Il
nostro compito di comunisti è di rappresentare gli interessi del movimento
proletario nel suo complesso, di difendere il suo futuro indicandone il fine
ultimo e i compiti politici rivoluzionari, salvaguardandone l’indipendenza
ideologica e politica.
Di
qui deriva la responsabilità a cui ora siamo chiamati: unirsi per portare la
vera coscienza di classe nella massa degli sfruttati e degli oppressi dal
capitalismo, contribuire allo sviluppo politico e all’organizzazione politica
rivoluzionaria della classe operaia, che chiamiamo Partito comunista, strumento
imprescindibile per conquistare il potere politico e trasformare radicalmente
tutta la società.
Un terreno di incontro, elaborazione, iniziativa
comune
E’
necessario compiere ogni sforzo per uscire da una situazione di frazionamento,
autoreferenzialità, debolezza e mancanza di ruolo politico degno di tale nome
da parte dei comunisti.
La
crisi economica che non conosce sosta, l’offensiva dell’oligarchia finanziaria
contro la classe operaia e le masse popolari, la crescita del rifiuto di massa
e della resistenza alle politiche dell’oligarchia finanziaria in diversi paesi,
fra cui il nostro, richiedono che si proceda senza indugi lungo il processo di
unificazione dei comunisti.
La
stessa deriva autoritaria e antipopolare seguita dai partiti revisionisti,
socialdemocratici e riformisti, che sostengono senza più ritegno le politiche
neoliberiste antipopolari e si spostano sempre più a destra nella loro funzione
di puntello sociale del capitalismo, ci spingono sempre più sul piano
dell’unità di lotta e dell’unità dei sinceri comunisti.
Nella
situazione attuale, che vede una dura offensiva capitalistica, la
trasformazione reazionaria dello Stato e della società, la graduale
liquidazione dei diritti e delle libertà democratiche dei lavoratori, le
minacce di guerra - processi che avvengono sotto la spinta del capitale
finanziario e delle sue istituzioni nazionali e internazionali - riteniamo
necessario e urgente che le varie, oggi sparse, realtà marxiste-leniniste, e
tutte le forze autenticamente comuniste e rivoluzionarie, avviino, per favorire
il processo di unità dei comunisti, un serio e franco confronto, per trovare un
comune terreno politico di iniziativa e intervento politico di massa e di organizzazione
rivoluzionaria.
Avanziamo
dunque, come concreta proposta alle forze comuniste e rivoluzionarie, la
realizzazione di un convegno nazionale sul seguente tema di esplicita e
fondamentale attualità politica, da realizzare nel prossimo autunno:
“L’offensiva capitalista, le minacce di guerra imperialista, la
trasformazione reazionaria dello Stato e la repressione dei diritti e dei
bisogni sociali della classe operaia e delle masse popolari: quale risposta
organizzativa e di lotta rivoluzionaria del proletariato per l’abbattimento del
barbaro sistema capitalista e la costruzione del socialismo?”.
E’
nostro desiderio costruire e realizzare unitariamente questo evento con tutte
le realtà comuniste che ne condividono il carattere e che comprendono l’importanza
di approfondire l’analisi della realtà sulla base degli insegnamenti dei nostri
maestri Marx, Engels, Lenin e Stalin, di dare una risposta ideologica e
politica all’offensiva borghese, rilanciando le ragioni del socialismo e dando
battaglia al revisionismo e al riformismo nella teoria e nella pratica.
Chiamiamo
perciò tutti i partiti, le organizzazioni e i singoli compagni comunisti, gli
operai avanzati, i giovani rivoluzionari, gli antifascisti, gli
anticapitalisti, a esprimersi in tal senso.
Viva l’unità dei sinceri comunisti!
Il
capitalismo è scosso da contraddizioni irresolubili nell’ambito di questo
barbaro sistema. E’ assediato dagli operai e dai lavoratori che accrescono la
loro forza nei cinque continenti. Il mondo attuale è gravido di rivoluzione, le
premesse materiali del socialismo sono ampiamente sviluppate. Ma sono le
condizioni soggettive ad essere arretrate, a causa della grave sconfitta subita
dal proletariato a livello internazionale.
Di
conseguenza il proletariato lotta senza coscienza politica, senza
un’organizzazione e senza un programma che esprima i propri interessi di
classe. In queste condizioni si trova ad essere un’appendice di altre classi
sociali, invece che il dirigente nella lotta di tutti gli sfruttati e gli
oppressi contro gli sfruttatori e gli oppressori.
Ciò
richiede una risposta da parte dei sinceri comunisti, la cui principale
responsabilità sta nell’unirsi assieme ai migliori elementi del proletariato in
un partito unico della classe operaia, basato sulla teoria d’avanguardia che
esprime le esigenze di sviluppo della vita materiale della società, per
sviluppare la propria azione nel movimento operaio e popolare.
Noi
ci atteniamo al concetto basilare che in ogni paese deve esistere un solo
autentico Partito come reparto di avanguardia, organizzato e cosciente, della
classe operaia, perché identici sono gli interessi della classe operaia in ogni
paese e una sola è la sua ideologia, il marxismo-leninismo.
Autentico
partito della classe operaia è solo quello che applica coerentemente nella
situazione concreta l’ideologia rivoluzionaria del proletariato; che resiste
con determinazione a tutti i partiti borghesi e revisionisti; che segue
un’intransigente politica di classe, chiama alla mobilitazione e guida
audacemente il proletariato nelle battaglie quotidiane di classe; che lo
prepara incessantemente alla battaglia decisiva, al fine di abbattere la
dittatura borghese e instaurare la dittatura del proletariato; che si adopera
ad attrarre in questa lotta, attorno alla classe operaia, tutti gli strati
popolari vittime del capitale.
Questo
è il Partito unico che vogliamo formare, solo questo partito potrà essere lo
stato maggiore rivoluzionario del proletariato, l’incarnazione dei suoi
interessi, delle sue aspirazioni e dei suoi ideali rivoluzionari.
Il
proletariato ha bisogno più che mai dell’unità dei sinceri comunisti, ha
bisogno di un solo Partito politico rivoluzionario e completamente indipendente
dalla borghesia, non dell’unità tra i comunisti ed i nemici del socialismo.
Abbiamo
dunque il dovere di gettare le fondamenta di questo tipo di Partito comunista
del proletariato del nostro paese superando il frazionismo, il
"campanilismo" e l'immaturità politica dei vari gruppi, facendo
convergere tutti gli sforzi verso la costruzione di una sola organizzazione
nazionale che, colmando le gravi lacune esistenti, realizzi i presupposti per
la effettiva edificazione del Partito unico, possa adempiere fin da subito al
suo ruolo dirigente, respingendo tutti i tentativi di introdurre l’opportunismo
nella lotta di classe.
La
classe operaia non può aspettare che le beghe tra i vari gruppi la privino
della sua organizzazione di avanguardia, della sua funzione politica autonoma.
Di fronte all'offensiva sempre più minacciosa del capitale, di fronte alla
caporetto riformista, dobbiamo convogliare tutte le energie sane per ridare
alla classe operaia una guida all'altezza della situazione, organicamente
inserita nei ranghi del Movimento Comunista Internazionale.
Ciò
è quanto il CONUML si sforza di fare con convinzione ed impegno.
Rilanciamo
dunque, a tutti i partiti, le organizzazioni e i gruppi marxisti-leninisti, a
tutte le forze autenticamente rivoluzionarie, l’appello alla più netta,
completa e definitiva rottura col revisionismo e l’opportunismo, a farla finita
con il settarismo, il localismo, l’eclettismo, l’entrismo e le altre tendenze
nocive, e a comportarsi da coerenti comunisti.
Chiamiamo
di nuovo queste forze a partecipare al confronto, sottoponendoci eventuali
critiche e, se d’accordo con i principi marxisti-leninisti e le direttrici del
nostro percorso, a manifestare la volontà di unirsi nel CONUML per rafforzare
il processo di unità dei comunisti e gettare le basi di un solo, forte Partito
comunista!
Luglio
2014
Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML)
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
Piattaforma Comunista
Per contatti: conuml@libero.it
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