Modena,
22.04.2020
Premessa: cos'è la scienza?
I
comunisti adottano il materialismo dialettico come strumento per comprendere e
per cambiare il mondo. Il materialismo
dialettico non è una religione. E’ una concezione del mondo basata sulla
validità, da secoli dimostrata, del metodo scientifico quale strumento di
indagine e di modificazione del reale. Il MD però non si esaurisce in
applicazione del metodo scientifico. Il MD da una spiegazione giusta dei
processi di trasformazione del reale, afferma che è lo sviluppo delle
contraddizioni il motore che determina la continua trasformazione del reale.
A
fianco del MD Marx ed Engels elaborarono anche il materialismo storico, che in
sintesi è il MD applicato allo sviluppo delle società umane. Con il MS possiamo
comprendere più chiaramente il processo di trasformazione della società, in
particolare individuando la lotta di classe come elemento fondamentale di ogni
trasformazione, da quando si è determinata la divisione in classe agli albori
della nostra storia e perdurante tutt’ora.
La
scienza non è un mondo a parte. L’ambito scientifico è composto da individui,
società, istituti, strutture e sovrastrutture (per brevità chiamiamolo apparato scientifico) sottoposte alla
stessa legge che il materialismo storico ha individuato: anche nel mondo della
scienza vige la lotta di classe, non esistono interpretazioni scientifiche non
soggette alla lotta di classe. Questo non significa che non vi siano leggi assolutamente valide per un determinato
contesto di applicazione. Significa però che anche l’apparato scientifico di ogni paese e complessivamente del mondo
intero è storicamente determinato, cioè anche su esso agisce lo stato in corso
della lotta di classe, e quindi anche gli interessi di classe (il cui prodest di cui sopra).
Su cosa basiamo la nostra
conoscenza?
Quando
dai mass media ci giunge la notizia che “il popolo venezuelano si rivolta
contro Maduro reo di aver provocato, in continuità con Chavez, il peggioramento
delle condizioni di vita delle larghe masse”, noi giustamente non è che
prendiamo la notizia per oro colato, anzi: ci diamo da fare per dire come stanno
realmente le cose, basiamo la nostra controinformazione su quanto le nostre
conoscenze storiche e le nostre relazioni internazionali ci permettono di
affermare, denunciamo il tentativo dei paesi imperialisti di boicottare e far
fallire l’esperimento di emancipazione dal capitalismo che il popolo
venezuelano sta sostenendo, ecc.
Noi
ci comportiamo in questo modo perché sappiamo che la lotta di classe si compone
molto spesso di notizie false propagate da chi ha potere sui media, notizie la
cui diffusione favorisce gli interessi della borghesia e ostacola quelli del
proletariato. Noi ci chiediamo: cui
prodest?
Quando
ci giunge la notizia, attraverso i mass media, che è stato scoperto un modo per
curare una malattia, la prima cosa che dobbiamo fare è chiederci: sarà davvero
così? Quali effetti sulla vita del proletariato avrà lo sviluppo della
scoperta? Quali conseguenze ha per la lotta di classe in corso? A chi giova
questa scoperta? Cui prodest?
Se
non ci poniamo queste domande noi comunisti non svolgiamo il ruolo che abbiamo
scelto di svolgere, non assumiamo uno schieramento di classe dalla parte del
proletariato.
L’atteggiamento
passivo di fronte alle dichiarazioni di supposti indiscutibili “scienziati” che
vengono spacciati per luminari, che vengono presentati dai media come gli unici
veri scienziati, che si arrogano il diritto di radiare dagli albi i loro concorrenti,
è un atteggiamento che ci fa abdicare al nostro ruolo. Ma anche quando tali
scienziati hanno fatto onestamente e in relativa autonomia - che è sempre
relativa l’autonomia di uno scienziato che opera nel modo di produzione capitalista
- il loro lavoro, non è detto che 1. quanto hanno scoperto sia indiscutibile,
2. quanto hanno scoperto sia solo un vantaggio per il proletariato, 3. non vi
siano altri scienziati altrettanto onesti che hanno posizioni divergenti.
Il
metodo scientifico, lo sappiamo, trova il suo motore principale nel mettere in
dubbio quanto fino al momento acquisito. Galilei venne minacciato di morte quando
cercò di dimostrare che il suo sistema era più corrispondente alla realtà,
l’apparato scientifico di allora gli diede torto. La nostra diretta esperienza
- se non bastassero tutte le esperienze storiche accumulate - ci dimostra invece
che la terra è più o meno sferica.
Le
stesse teorie di Newton si sono dimostrate valide per la maggior parte dei
campi di applicazione degli ultimi secoli e lo sono in una certa misura ancora
oggi. Ma sappiamo bene che le leggi newtoniane hanno una validità relativa,
cioè sono relativamente false, valgono solo entro l’ambito ordinario dei
fenomeni con cui trattiamo nella nostra esistenza “ordinaria”. Nella realtà
abbiamo scoperto che sia il micro che il macro cosmo seguono leggi differenti,
che contraddicono quelle scoperte da Newton. Le leggi della relatività generale
e ristretta e della meccanica quantistica sono un passo avanti.
Oggi
siamo in grado di utilizzare (tra poco anche nell’ordinario) le scoperte di
Einstein, Schwarzschild, Heisemberg, Eddington, Bhor, Plank, Sommerfelf, Hubble,
Pauli e compagnia. Il laser, anche quello ormai diventato obsoleto dei
masterizzatori CD/DVD, ha come base le scoperte che “misero in soffitta” (si fa
per dire, le usiamo ancora e sono adatte alla vita “normale”) le leggi di
Newton.
Come
dimostra il MS, lo sviluppo della società è determinato fondamentalmente dalla
lotta di classe, dalla lotta per la produzione e dalla ricerca scientifica. Ciò
significa che nell’ambito scientifico la lotta per affermare determinate
concezioni non è una lotta tra gentiluomini che credono fermamente nel principio
“vinca il migliore”. Essa è una lotta all’ultimo sangue per affermare le
concezioni che favoriscono l’una o l’altra classe.
Quindi
non solo gli scienziati che vogliono svolgere onestamente il lor lavoro, ma
ancor più noi comunisti dobbiamo assumere un atteggiamento critico verso tutto
quanto prodotto dall’apparato scientifico della società capitalista.
La
scienza non è neutra. Se in Tv ci dicono che Burioni ha affermato che i vaccini
sono sicuri e indispensabili, oppure che è in corso una pandemia alla quale non
si può che rispondere con le misure che il governo (borghese) decide, noi
dobbiamo mettere in dubbio queste affermazioni e sviluppare in modo il più
possibile autonomo le nostre ricerche e le nostre valutazioni e proposte. Ci
sono ormai centinaia di scienziati, molti di fama mondiale, che hanno posizioni
differenti o opposte a quelle dei cosiddetti esperti di regime. Come minimo
dovremmo ascoltarli, valutarne la validità e studiare le loro teorie e le loro
scoperte per interpretare la realtà, più di quanto facciamo con gli “esperti”
di regime. Se non altro proprio perché sono avversati dal regime dovrebbero
metterci una pulce nell’orecchio.
Il
nostro atteggiamento passivo e suddito (“non sono uno scienziato e quindi non
posso metter verbo”) è un grave danno alla causa del proletariato. Noi siamo in
grado di dire la nostra su tante questioni: politica, economia, sociologia,
ecc. ma nel campo scientifico (e in particolare in quello medico) non possiamo
dire nulla. Chi l’ha detto? Perché lasciamo che il nostro nemico di classe
faccia il bello e il cattivo tempo anche in questo campo?
La
storia della lotta di classe in ambito scientifico è piena di scienziati screditati,
radiati, eliminati perché le loro posizioni, che si sono poi rivelate giuste,
non corrispondevano agli interessi della classe dominante. Anche oggi continua
a succedere regolarmente. Noi comunisti abbiamo il dovere di indagare, di farci
un’opinione il più possibile autonoma da quella che la borghesia vorrebbe far
prevalere e dobbiamo difendere chi, anche se non schierato con noi, si batte
per far valere le posizioni scientificamente più avanzate. “Ma come possiamo
dire che sono quelle le più avanzate?” obietteranno alcuni. Allo stesso modo in
cui affermiamo che il socialismo è un sistema economico e politico più avanzato
di quello capitalista!
Dobbiamo
studiare, indagare, fare inchiesta, mobilitarci e mobilitare per avere una
visone autonoma della realtà. Se non facciamo questo sosteniamo la borghesia,
perché in guerra - e la lotta di classe è una guerra - se non combatti il
nemico lo sostieni.
Quali cambiamenti sono in corso
nel campo della ricerca scientifica nel mondo attuale?
La
domanda è di troppo grande portata per essere tratta qui. Serve solo come
spunto per avviare un ragionamento. La crisi del modo di produzione capitalista
in corso sta sconvolgendo ogni ambito della società e tale sconvolgimento andrà
via via accentuandosi man mano che le contraddizioni si faranno più acute. La
lotta di classe si acuisce anche nell’ambito della ricerca scientifica.
Sono
sempre più numerose le voci in dissenso con le posizioni ufficiali, di regime,
da anni consolidate a suon di finanziamenti delle lobby finanziarie e dei media
succubi della borghesia. Non solo a livello di lavoratori sfruttati e di masse
immiserite dallo sfruttamento e dalla pauperizzazione, ma anche tra gli
intellettuali, tra gli scienziati di ogni settore di ricerca e applicativo. C’è
bisogno di un cambio di paradigma delle relazioni tra movimento rivoluzionario,
di cui vorremmo essere avanguardia, e il mondo scientifico che non si schiera
sotto l’ala della borghesia, che non china la testa, che dice la sua e combatte
almeno per far conoscere i risultati del proprio lavoro. Noi comunisti dobbiamo
sviluppare un’alleanza con questo movimento; dobbiamo studiarlo, conoscerlo a
fondo, giudicarlo con metodo scientifico; sostenerlo nelle sue battaglie contro
le lobby finanziarie che vorrebbero zittirlo.
Non
è detto che in questo movimento non vi siano anche imbroglioni e opportunisti:
è normale che succeda. Ma noi non possiamo basare il giudizio in merito ad un
movimento osteggiato dal regime borghese su quanto questo stesso regime
sostiene. Tutto il movimento ambientalista da decenni combatte contro la
distruzione del pianeta, almeno in questo campo abbiamo iniziato a costruire
alleanze positive. Ma ci sono anche tanti altri ambiti sui quali non abbiamo
preso posizione o, peggio ancora, abbiamo dato ragione a quanto il regime
afferma, affiancandoci alla borghesia nella denigrazione e nell’occultamento
lasciando sola quella parte di masse popolari che si oppone.
Il
movimento per la libertà di scelta sui vaccini, ad esempio, sta da anni
conducendo una campagna sacrosanta sul diritto di scelta, sul diritto di
conoscenza di quanto viene somministrato obbligatoriamente ai nostri figli e
contro questa obbligatorietà. Il solo fatto che anche giornali filo regime
ammettano che molti medici sono tra i primi a non vaccinare i propri figli
dovrebbe farci alzare le antenne. Invece fino ad ora, direi con nessuna
eccezione, il movimento comunista si schiera con la Lorenzin, con Burioni, con
“Big Pharma”. Quanto ci vuole a capire che gli interessi delle case
farmaceutiche (roba da 7-800 miliardi di dollari l’anno di fatturato contando
solo le più importanti), proprio come avviene per tutte le imprese capitaliste,
fanno i loro interessi sulle spalle delle masse popolari. E più grandi sono
maggiori danni fanno.
Alcuni
anni fa dicevano che noi comunisti mangiavamo i bambini. La stessa classe che
affermava questo dovrebbe oggi insegnarci come funziona il mondo?
Inizialmente
anche io sono stato scettico sulla scientificità delle critiche sostenute da
questi movimenti. Poi mi sono detto: da comunista non posso basare le mie idee
e le mie azioni sul quello che mi sciorina il mio nemico di classe. Come minimo
devo sviluppare un’inchiesta autonoma, il più possibile indipendente. Così mi
sono messo leggere e studiare il lavoro di alcuni scienziati affiancati a
questi movimenti (Montanari, Miedico, Tarro, Luc Montagner, ad esempio) e a
frequentare alcune riunioni e iniziative promosse da questi movimenti. Tra il
pubblico vi ho trovato, come mi aspettavo, soggetti provenienti da esperienze
molto diverse dalla mia, ma che facevano parte delle masse popolari, che erano
proletari sfruttati, che avevano problemi materiali simili ai miei, che si
arrabattavano nelle stesse difficoltà, che combattevano lo stesso regime che
combatto io. Certo, lo facevano senza magari mettere in discussione il MPC,
senza una visione generale e strategica del problema. Ma tanti invece una
visone strategica l’avevano e la mia proposta di società socialista e comunista
era molto più vicina alla loro che a quella capitalista. E comunque, mi sono
detto, ogni forza che combatte il nemico di classe principale deve essere la
benvenuta nel fronte della lotta anticapitalista.
In
fondo poi dobbiamo pur dare per scontato che il movimento comunista del nostro
paese (in particolare di ogni paese imperialista) non è esperto in ogni settore
della conoscenza, della ricerca, della tecnica, della produzione, ecc. Diverso
è il discorso per i paesi che hanno fatto la rivoluzione socialista e/o hanno
superato il capitalismo almeno in una certa misura. La Cina in primo luogo, ma
anche Cuba, Venezuela, ecc.
Proprio
in questi paesi la ricerca scientifica ha mostrato come logiche che da noi
valgono come leggi universali e indiscutibili, da loro sono state messe sotto
accusa e superate. Il campo medico è tra i primi posti in proposito. Noi
possiamo fare dei passi avanti. Mettiamo a confronto apertamente le teorie
borghesi con quelle critiche, invitiamo gli studiosi e i ricercatori più
critici ad illustrare le loro teorie e le loro ricerche, proprio come facciamo
quando chiamiamo il compagno Vasapollo o altri nostri esperti a chiarire come
funziona l’economia. Usiamo la nostra testa, le nostre conoscenze per capire
cosa è giusto e cosa è sbagliato. E quando abbiamo dei dubbi momentaneamente
irrisolvibili, evitiamo almeno di dare per scontato che i padroni hanno
ragione!
Quindi
compagni: il superamento del paradigma di relazione tra noi e la scienza
borghese attuale dobbiamo impostarlo noi stessi: non ce lo fornirà la borghesia
stessa attraverso il suo apparato scientifico; è proprio questo apparato
scientifico che dobbiamo ricusare e superare, unendoci a quanto di meglio il
movimento che si oppone all’oppressione borghese sta producendo e ricavando da
esso ogni elemento utile da avanzare laddove siamo ancora deboli.
Che posizione assumiamo rispetto
alla pandemia da Covid19?
Come
appena affermato, anche se non siamo ancora esperti, anzi: proprio perché non
siamo ancora esperti, dobbiamo dare ascolto alle mille voci dissonanti rispetto
al mainstream borghese. Perché è più probabile che tra quelle voci vi sia
qualcosa di più corrispondente al reale. La borghesia, con i suoi governi, i
suoi apparati, i suoi servi si adopera per far passare una visione adatta agli
interessi suoi.
Dopo
il primo disorientamento iniziale è da oltre un mese che raccolgo voci
dissonanti. Molto spesso le ho fatte girare per verificare il grado di
corrispondenza tra esse e la realtà al di là dei miei ristretti confini: ho
scoperto che c’è molta più scienza in queste voci che nel coro borghese (e non
mi aspettavo certo altro).
Faccio
qualche esempio: stagione influenzale 2014/15 il Italia oltre 20.000 morti;
stagione influenzale 2016/17 quasi 25.000 morti. Sono due cifre significative
che dimostrano, se sono vere, che la pandemia è una montatura. Perché tre anni
fa e due anni fa non c’è stato il lockdown e quest’anno già quando eravamo a 4000
morti lo hanno imposto? Allora non ce ne fregava un cazzo dei morti e oggi
siamo diventati ipersensibili? I 25.000 di oggi valgono di più dei 25.000 del
2017? Se i morti di oggi diventeranno 30.000, cioè 5.000 in più del 2017,
perché la differenza di 5.000 morti tra le epidemie influenzali 14/15 e 16/17
non ha portato al lockdown di quest’anno?
Sarebbe
importante capire cosa c’è di vero in questi dati, dato che la “pandemia” sta
sconvolgendo la vita di milioni e milioni di proletari, poveri, migranti, ecc.
ecc.
Se
anche non ho i mezzi per dimostrare se è vera o no, devo pur tener conto che la
fonte di questi dati è la stessa (ISTAT) che oggi mi dice che “siamo
arrivati alla terribile somma di 25.000 morti con il Codiv19”. Quand’è che ci
raccontano una balla? Perché basiamo la nostra attività sulle balle che ci
raccontano?
A
livello mondiale, ogni anno, il virus influenzale colpisce tra il 5 e il 15%
della popolazione adulta, vale a dire da 350 milioni a 1 miliardo di persone.
Siamo ben lontani da queste cifre, eppure…
Oppure
ragioniamo sui 770.000 morti di HIV nel mondo nel solo 2018: perché questo tipo
di cifre ben più gravi sono passate praticamente sotto silenzio? Perché
riguardano per lo più i paesi poveri!
Alcuni,
a sostegno dell’idea che la pandemia è reale, mettono in rilievo il fatto che
comunque gli ospedali è vero che si sono intasati, che i morti ci sono davvero
perché è da lì che vengono. Quindi il governo starebbe facendo l’unica cosa
possibile. Ma ci sono anche tante altre voci di lavoratori della sanità, di
medici, di esperti del settore che spiegano il perché. Naturalmente lo
smantellamento del sistema sanitario pubblico messo in opera da altre 20 anni è
una delle cause principali. Ma da qualche settimana (quindi un po’ in ritardo,
ma ci può anche stare) si scopre che questa influenza provoca numerose
trombosi. Trattare con intubazione un organismo affetto da numerose trombosi è
come impiccarlo. Infatti hanno iniziato ad intubare meno e a ricorrere
all’eparina, cioè un farmaco che fluidifica il sangue e riduce il rischio di
trombosi. E i risultati si cominciano a vedere.
Altro
aspetto. Fin dall’inizio della “pandemia” si è sparsa a gran voce l’idea che la
vera soluzione la troveremo solo quando avremo trovato un vaccino. Ma anche i
poco esperti di vaccini sanno che i virus, in particolare i coronavirus che
sono i tipi di virus responsabili delle cosiddette malattie da raffreddamento
(compreso il banale raffreddore) non rispondono mai ai vaccini. Perché?
Semplicemente perché questo tipo di virus, come tanti altri, mutano velocemente
e già solo nell’ambito di una stessa stagione influenzale ne vengono prodotti
diversi tipi differenti tra loro a partire da uno stesso ceppo. Il coronavirus,
per giunta, è tra quelli che mutano più velocemente e frequentemente. Quindi
qualsiasi vaccino è eventualmente utile per un virus che già non c’è più.
Infatti
da quando la vaccinazione anti-influenzale è stata distribuita a tappeto, i
malati e i morti di influenza non sono affatto diminuiti: sono invece
aumentati!
Ma,
dissentono alcuni, se fornisco di diversi vaccini il mio sistema immunitario,
comunque lo rendo in grado di affrontare una vasta gamma di possibili virus
futuri. Nemmeno così funziona. Anzi! Proprio bombardando il sistema immunitario
con diversi virus (per quanto indeboliti) ricevo in risposta da esso un
risultato che è ancora peggiore del problema che volevo risolvere. Non a caso
si vanno diffondendo in modo esponenziale le malattie autoimmuni. Il nostro
sistema immunitario reagisce in modo sempre più indiscriminato, attaccando
anche cellule sane del nostro organismo.
Perché
devo vaccinare mio figlio a tre mesi quando il suo sistema immunitario è tutto
da formare? Quanti rischi corro?
O
ancora. Perché ridurrebbe il rischio di contagio mandare tutti a far la spesa
al supermercato e non, invece, nei singoli negozi, sparsi sul territorio per un
area ben più vasta? Consideriamo pure che ci sono articoli che il supermercato
può vendere mentre i negozianti che vendono gli stessi articoli devono tenere
chiuso. Non sarebbe più logico lasciare aperte le piccole attività locali che
permetterebbero una minore concentrazione di persone?
Perché
in fabbrica gli operai possono concentrarsi per essere sfruttati ma se vado a
correre al fiume, dove non incontro un cane per decine di chilometri, mi devo
prendere una multa?
Potrei
continuare per ore a fare esempi, ma mi fermo qui. Il succo è chiaro.
Allora,
compagni, bisogna che apriamo gli occhi e ci mettiamo seriamente su una
posizione critica e indipendente per capire cosa succede e come far fronte a
questo tentativo di renderci ancora più succubi del sistema borghese.
Cui prodest? Milioni di lavoratori autonomi
e piccole imprese chiuderanno e ancor più milioni di lavoratori si troveranno
in una condizione disperata, ancor più disponibili a farsi sfruttare per un
salario da fame e in condizioni ben peggiori di quelle già pessime di oggi.
Mentre le grandi concentrazioni di capitali faranno incetta delle macerie a
buon mercato che gli autonomi e le piccole imprese lasceranno sulla loro
strada. D’altra parte è una fondamentale legge imperialista quella della
concentrazione di capitali nelle mani di pochi. Lo abbiamo affermato anche in
una delle conferenze via streaming di questi giorni: questa pandemia svolge la
funzione di distruggere capitali in eccesso proprio come una guerra, strumento
a cui la borghesia ricorre per tentare di uscire dalla sue crisi generali per
sovrapproduzione.
Anche
da questo punto di vista la semplice parola d’ordine di tenere chiuse le
aziende porta l’acqua al mulino degli imperialisti. Bisogna imporre la
riapertura in sicurezza e per imporla bisogna che noi compagni ci mettiamo in
prima fila per ottenere che le misure siano rispettate, ma non chiamando gli
sbirri a fare multe, come alcuni fuori di testa (purtroppo del nostro campo) sostengono,
bensì mobilitando e mobilitandoci noi in prima persona. Saremo poco efficaci? Pazienza
arriveremo dove possiamo.
Ma
possiamo fare anche di più. Approfittiamo della situazione per dimostrare che
la gestione privata dell’economia è un cancro che distrugge la vita sociale
molto più del Coronavirus. Avanziamo con ancor più forza la nazionalizzazione
delle principali imprese, delle banche, degli ospedali, ecc.
Quanto
alla clausura che ci viene imposta, dobbiamo iniziare a ribellarci, a prendere
gli esempi positivi esistenti, seguirli ed ampliarli: Potere al Popolo e
Collettivo Autorganizzato Popolare 80010 di Napoli, manifestazione in onore a
Salvatore Ricciardi a Roma, i compagni del Gabrio di Torino, e tanti proletari
che singolarmente, a rischio di multe ed arresti, si stanno ribellando.
Fosse
per i padroni e i borghesi con questa scusa della pandemia puoi andare solo a farti
sfruttare al lavoro o a consumare al supermercato, per il resto “Devi stare a
casa!”
Riporto
quella che mi pare una giusta osservazione fatta dai Wuming: “L’appello
dell’ANPI nazionale a festeggiare il 25 Aprile dai balconi, cantando Bella
ciao e sventolando il tricolore, ha lasciato l’amaro in bocca a molte
persone. A pensarci, è un rovesciamento ironico: il 25 Aprile siamo soliti
ricordare la sconfitta di un tizio che comunicava dal balcone, e
anche a quel balcone era appeso il tricolore. Siamo soliti ricordarla in
piazza, anche perché è in una piazza che quel tizio, consumato il tempo dei
suoi flash mob, fu appeso a testa in giù.”
Il
25 aprile si va in strada e in piazza, che se non ci andiamo noi ci vanno i
fascisti!
Saluti
comunisti
Enrico
Levoni
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