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venerdì 7 marzo 2014

Direzione Nazionale del Partito dei CARC – Paolo Babini

A “Unione delle Forze Comuniste”

Cari compagni,
troviamo pregevole la vostra iniziativa di raccogliere una serie di testi che si pongono il problema della frammentazione entro il movimento comunista e propongono soluzioni sul come superarla. Ci proponiamo di intervenire, inoltrandovi alcuni testi che hanno a che fare con le questioni specifiche che ponete.
Nell’immediato interveniamo sul vostro breve appello, dove scrivete che “il movimento comunista italiano e della maggior parte del mondo è in crescente crisi”.  Secondo la nostra analisi, la crisi del movimento comunista data ormai da diversi decenni, anzi da più di mezzo secolo, e quello che oggi si vede “a occhio nudo” è piuttosto la fase terminale del percorso avviato dalla destra del movimento comunista internazionale, quella che ha avuto come dirigenti di maggiore spicco Kruscev e Togliatti. La sinistra del movimento comunista internazionale e italiano, dal canto suo, non è riuscita ad impedire che la destra prendesse piede, e quindi la sua crisi data da allora, dagli anni Cinquanta del secolo scorso.

Per comprendere i motivi che hanno generato tale crisi il (nuovo)Partito comunista italiano ha portato avanti una riflessione iniziata attorno alla metà degli anni Ottanta dello scorso secolo, producendo varie sintesi, che ci impegniamo a inoltrarvi. Da una di queste (I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale in
http://www.nuovopci.it/scritti/i4temi/I_quattro_temi.pdf) vi anticipiamo le seguenti domande:
1. Perché´ durante la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, nella prima parte del secolo scorso, il movimento comunista non e` riuscito a instaurare il socialismo in nessuno dei paesi imperialisti?
2. Perché´ dopo un primo iniziale periodo di folgorante sviluppo e di grandi vittorie, la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale ha perso lo slancio e la forza propulsiva del progresso umano che essa aveva in tutto il mondo?
3. Perche´ i primi paesi socialisti, che erano arrivati a coprire un terzo dell’umanita`, dopo un iniziale periodo di grandi conquiste, hanno perso via via di vigore, sono decaduti fino a crollare o a cambiare colore e comunque hanno perso il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale che i primi paesi socialisti hanno inizialmente svolto?

In sintesi, si tratta di rispondere a domande che vengono rivolte a coloro che si dichiarano comunisti anche da moltissimi elementi  delle masse popolari. La borghesia imperialista produce uno sforzo enorme e capillare per instillare nelle loro coscienze la convinzione che
1. “il comunismo è morto”, e
2. “il comunismo è impossibile.
La risposta della borghesia è, ovviamente, che il comunismo è morto appunto perché “impossibile”, e che i comunisti non hanno vinto nei paesi imperialisti appunto per questa sua “impossibilità”. Noi sappiamo che si tratta di una falsa risposta, ma dobbiamo sostituirla con una risposta vera, cioè elaborata scientificamente. Attorno a questa elaborazione scientifica sapremo senz’altro ricostruire una unità potente e riprendere con sicurezza il percorso del movimento comunista a livello nazionale e internazionale.
A risentirci,

Paolo Babini
Firenze, 7 marzo 2014

Cordiali saluti,
Paolo Babini | carc.int.dept@alice.it

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