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lunedì 7 luglio 2014

CRITICHE E PROPOSTE PER DARE IMPULSO AL PROCESSO DI UNITA’ DEI COMUNISTI

Un Convegno per confrontarci ed assumere possibili e concrete iniziative unitarie

[email da Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML)]

Nei mesi scorsi il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) ha inviato una lettera a numerosi gruppi, organizzazioni e circoli che si definiscono comunisti, in alcuni casi marxisti-leninisti. Con questa lettera abbiamo posto all’attenzione di queste forze i documenti da noi elaborati ed è stato chiesto un incontro per approfondire la reciproca conoscenza, avviare il confronto e verificare l’esistenza delle condizioni per avanzare nel processo di unità dei comunisti.
I riscontri ricevuti non sono stati soddisfacenti. Tranne alcune risposte positive, da parte di realtà con cui sono già stati avviati i contatti, ci siamo trovati di fronte ad un panorama negativo, riflesso dell’attuale realtà del movimento comunista nel nostro paese e dei suoi limiti storici e attuali.
Riteniamo un dovere dei comunisti parlare chiaro, e criticare in modo aperto i vari atteggiamenti e fattori, oggettivi e soggettivi, che ostacolano il processo di unità dei comunisti nel nostro paese.
Riteniamo altresì dover ribadire il nostro concetto di unità e chiarire ruolo e funzione della struttura di lavoro che ci siamo dati.
Allo stesso tempo, avanziamo nella parte finale di questo documento una proposta politica che speriamo possa costituire un terreno di incontro, dibattito e iniziativa comune dei comunisti.
Per quanto riguarda gli aspetti critici, abbiamo registrato alcuni tipi fondamentali di atteggiamenti che ora ci accingiamo ad esaminare e criticare.
Due vecchi mali
Cominciamo da due tipiche deviazioni: il settarismo ed il localismo, mali che conducono alla passività, all’isolamento o alla politica riformista dei “piccoli passi”, senza effettiva valenza.
Ecco in breve alcune posizioni riscontrate:

1. I sostenitori della c.d. autonomia organizzativa
Un primo atteggiamento negativo è quello delle realtà che vogliono mantenere una propria “autonomia organizzativa”.
Diciamo innanzitutto, che nella fase attuale essa non viene da noi posta in discussione, e dunque ciò si rivela soltanto un pretesto su cui si arroccano alcuni compagni.
Premesso ciò, vogliamo sottolineare che per i marxisti-leninisti la rivendicazione della ”autonomia organizzativa” non può comunque significare estraniarsi dall’unità di azione, da una comune organizzazione di classe, dai processi che si dirigono verso l’unità strategica.
L’arroccarsi dietro l’autonomia organizzativa, che il più delle volte è una frase vuota per nascondere l’assenza di una reale attività politica, denota profonde carenze teoriche e un atteggiamento che conduce sempre al settarismo.
Si tratta di un male che si nasconde sotto diverse forme e pretesti, ma che agisce sempre a favore della frammentazione, per impedire la formazione di un centro di attrazione marxista-leninista che inneschi un positivo processo di concentrazione e accumulo di forze.

2. I sostenitori del localismo
In alcuni casi il settarismo si accompagna al localismo, ossia alla sopravvalutazione della politica in un ambito determinato e particolare, che di fatto conduce alla forte limitazione (se non alla negazione) del ruolo dei comunisti quali forza politica organizzata di carattere nazionale, sottomettendo il proprio ruolo alle esigenze particolari (territoriali, regionali, etc.).
La base di classe del localismo spesso sta nell’influenza della borghesia (in alcuni casi di settori “autonomistici”) e della piccola borghesia, e si accompagna a una difettosa comprensione del rapporto tra lavoro politico “generale” e “particolare”.
In realtà, opponendosi o eludendo la questione dell’unità di azione dei comunisti nella classe operaia e nelle masse popolari su base ampia, non sviluppando un’adeguata azione politica sul piano generale, questi gruppi ostacolano lo sviluppo della lotta di classe e il processo di formazione di un solo, forte partito di avanguardia del proletariato.

Sofismi e princìpi
Una delle tattiche adoperate dal settarismo e dal localismo è quello di mettere costantemente in primo piano differenze secondarie, di aggrapparsi ai sofismi, di creare “distinguo” a tutti i costi, per boicottare il lavoro collettivo e perpetuare le divisioni.
Al contrario dei settari e dei localisti, va assolutamente sostenuta la tendenza a unirci sulla base dei principi fondamentali del comunismo e della loro applicazione nella realtà concreta, seguendo l'insegnamento leninista.
Dobbiamo aiutare i sinceri comunisti a rompere con queste deviazioni e con chi le sostiene, perché i marxistileninisti senza organizzazione su base nazionale, senza Partito non vanno da nessuna parte.
"Definirsi per unirsi" significa stabilire le questioni fondamentali, essere fermi sui principi rivoluzionari e duttili nella tattica, ponendosi alla testa della classe operaia grazie alla attività politica quotidiana, che deriva dall’acquisizione della nostra teoria d' avanguardia.
La lotta contro il settarismo e il localismo è una battaglia che va affrontata e vincere per andare verso un unico Partito. E’ una cartina di tornasole per capire chi si limita a proclamarsi comunista e chi svolge effettivamente una funzione rivoluzionaria.
La discriminante oggi passa fra chi si esprime e lavora concretamente per l'unità dei marxisti-leninisti, per un forte e unico Partito, e chi non lo fa, avanzando pretesti o peggio ancora convergendo nei fatti con i revisionisti.

I taciturni
Un altro atteggiamento purtroppo riscontato è quello di un riprovevole silenzio, cioè della assenza di qualsiasi risposta. Lo possiamo dividere in tre sottotipi.

a. Il silenzio degli indifferenti.
Un tipico errore in cui incorrono taluni gruppi è quello di concepire un proprio sviluppo “autocentrato”. Questa convinzione, consiste in una sorta di presunzione politica per cui il Partito viene visto nascere esclusivamente dallo sviluppo della propria organizzazione, oppure nell’agitare la questione del Partito solo per la sopravvivenza del proprio orticello. Ciò finisce per escludere a priori il confronto con le altre forze comuniste, e si traduce spesso nell’indifferentismo reciproco. Il risultato è noto: mantenere un alto tasso di spezzettamento tra i sinceri comunisti e restare ai margini della lotta politica.
Questo atteggiamento è irresponsabile e controproducente, perciò da condannare fermamente. Invitiamo questi compagni ad uscire dal loro riserbo (nel caso migliore) e dal loro disinteresse (nel caso peggiore) e di esprimersi. Chiediamo loro: vi sono carenze e limiti nel nostro progetto? Bene, criticateli apertamente! Vi sono altri progetti più avanzati per l’unità dei comunisti? Ebbene, che vengano allo scoperto! I sinceri comunisti hanno il dovere di offrire il loro contributo in questo senso, invece di nascondersi dietro un vergognoso silenzio. Da parte nostra saremo ben disposti a confrontarci con ogni proposta concreta sul terreno del marxismo-leninismo.

b. Il silenzio degli eclettici.
Costoro non vogliono prendere pozione per non scontentare questo o quel sottogruppo, questa o quella tendenza, questa o quella forza opportunista. Vorrebbero tutti uniti, senza distinzione, senza capire che quello dell’unità è un processo che si basa sulla lotta contro tutte le deviazioni e le tendenze opportuniste e borghesi dentro il movimento comunista, senza comprendere che la costruzione di un unico Partito non può prescindere dalla rottura irrevocabile e definitiva con ogni forma di opportunismo. Ciò porta queste realtà a negare la partecipazione al dibattito per la ricostruzione di una sola organizzazione su corrette basi di principio.
Sia chiaro. Noi non intendiamo porre sullo stesso piano e combinare assieme determinate organizzazioni, gruppi e singoli compagni a prescindere dai loro presupposti ideologici, dalla loro linea politica, dal contenuto del loro lavoro, dal loro atteggiamento verso il revisionismo ed il riformismo. Combattiamo apertamente l’eclettismo e il conciliatorismo con le diverse espressioni del revisionismo, nella convinzione che servono solo ad aumentare la confusione e il travisamento del marxismo-leninismo.
L'esperienza, ci ha già resi abbastanza accorti per evitare "coordinamenti" che mettono insieme gli elementi più discordi provocando solo attriti, delusioni, danni ulteriori.
Non si può unire tutto e tutti. Non è realistico, in quanto ci sono posizioni giuste e posizione sbagliate, c'è chi all'interno di ciascuna forza e di ciascuna corrente aspira sinceramente all'unità e chi rema sistematicamente contro, con i più svariati motivi. Ovvero gli incalliti nemici del marxismo-leninismo e dell'estensione dei legami politici con la classe operaia, gli opportunisti, molti dei quali per decenni hanno bivaccato dentro Rifondazione e PdCI.
Allo stesso tempo diciamo che non si può condannare il revisionismo a giorni alterni, occasionalmente o in modo superficiale, di facciata. Fare questo significa non aver compreso che esso è una manifestazione dell'ideologia borghese, un suo sottoprodotto che serve per combattere la classe operaia dal suo interno.
Auspichiamo quindi lo sviluppo di una lotta a fondo contro queste tendenze e i loro rappresentanti, condizione per avanzare nell’unità comunista.

c. Il silenzio dei morti.
E’ il silenzio di chi pur non esistendo più politicamente, continua a mantenere un’esistenza fittizia. Un fenomeno tipico nella attuale situazione del movimento comunista nel nostro paese è la permanenza soltanto “virtuale” o “nominale” – fino a prova contraria - di alcuni circoli e gruppi. E’ questa un’amara realtà sulla quale non è il caso di dilungarci oltre.

La concezione leninista dell’unità
Contro le deviazioni e le posizioni erronee, ribadiamo la concezione leninista dell'unificazione dei comunisti.
Secondo tale concezione numerose cause, profonde e oggettive, producono costantemente nel movimento comunista dei mutamenti che creano le basi della unità, generano la sua piattaforma ideologica ed organizzativa, talvolta nonostante e contro determinate organizzazioni, gruppi e singoli compagni ed anche senza che questi se ne rendano conto.
Queste condizioni oggettive oggi si rafforzano nelle particolarità di un periodo di prolungata crisi economica e di offensiva borghese a tutto campo, di sfacelo della socialdemocrazia, di rifiuto delle illusioni, dei miti e dei vecchi e corrotti partiti borghesi-riformisti, di graduale ripresa del movimento operaio e comunista.
L'unificazione può avvenire attraverso passaggi e strutturazioni diversi, ma un suo requisito indispensabile è che essa si costruisca a partire da giusti fondamenti ideologici, politici, programmatici ed organizzativi, attraverso il lavoro pratico in comune, nel vivo della lotta di classe intransigente contro la borghesia, il revisionismo ed il riformismo.
Questo significa sviluppare una costante critica politica contro quelle organizzazioni, gruppi e singoli compagni che frenano il processo di lotta per il Partito e oscillano costantemente verso tendenze e posizioni conciliatrici.
Occorre dunque, con una decisa e intransigente politica proletaria, provocare mutamenti, spostamenti, schieramenti all'interno delle vecchie tendenze o frazioni, gruppi e sottogruppi; promuovere e fare partecipare al lavoro comune elementi nuovi che non appartengano all'ambito di questa o quella organizzazione; sostenere l'unione con i giovani operai, con gli intellettuali rivoluzionari che rompono con l'ideologia borghese e si legano alle masse accettando di militare disciplinatamente nelle fila del Partito del proletariato.
L’unità di cui abbiamo bisogno come l’aria è quella che ci fa compiere passi avanti verso il Partito unico, su salde basi teorico-pratiche e nella completa indipendenza nei confronti degli opportunisti e della borghesia.
Se invece questa unità è un’unità senza principi significa una sola cosa: non rompere la catena che lega alla socialdemocrazia e al revisionismo, non unirsi sulla base dei principi del comunismo, ma rimanere nelle varie parrocchie e coordinarsi sulla base del pragmatismo, dell’utilitarismo, dell’elettoralismo e dei compromessi di principio.
Per noi questa è un’unità inutile, che dura poco e serve ancora meno, è una forma di passività e di subalternità all’ala sinistra della borghesia.
Dunque, il processo di unità dei comunisti e di costruzione di un Partito unico è sempre connesso alla lotta contro le deviazioni, le degenerazioni, le deformazioni del marxismo-leninismo, che sono altrettante manifestazioni dell'influenza borghese e piccolo-borghese sul proletariato e che in ogni momento possono aprirsi una strada.
L'unità leninista viene allora a configurarsi come l'obiettivo e l'oggetto di una lotta accanita e risoluta fra l'ideologia proletaria e tutte le altre tendenze non-proletarie, contro tutti gli atteggiamenti, i comportamenti, le tendenze, le posizioni sbagliate che si frappongono all’unità dei comunisti.
La disunione, la frammentazione, la disgregazione, hanno le loro cause profonde nei difetti ideologici e nelle deviazioni verso il revisionismo e l'opportunismo, nel basso livello e nella confusione ideologica che dobbiamo registrare nel nostro paese. Contro questa situazione, che deriva da ragioni storiche, dobbiamo continuare a sviluppare la battaglia, convinti che nel movimento comunista, senza una comune base ideologica, non ha alcun senso parlare di unificazione organizzativa.
Il requisito indispensabile per l’unificazione dei comunisti sta nel ritrovarsi in tutto e per tutto sul terreno della teoria di Marx, Engels, Lenin e Stalin, i quali hanno posto le pietre angolari della teoria di avanguardia che esprime le esigenze di sviluppo della vita materiale della società; nel rifiuto più deciso, nella lotta più determinata contro qualsiasi manifestazione di revisionismo e di opportunismo, particolarmente quelle forme assai diffuse in Italia come il revisionismo togliattiano, il radical-opportunismo, il movimentismo, l’economicismo, l’anarcosindacalismo, l’ultrasinistrismo, etc.

Ancora sul CONUML e il suo ruolo
Il CONUML si è costituito lo scorso settembre come momento di un processo di coerente unificazione dei comunisti su coerenti presupposti marxisti-leninisti e sta sviluppando la sua azione politica ed ideologica, in modo totalmente indipendente dalle correnti borghesi, riformiste e revisioniste.
Le basi su cui è sorto sono:
a. la definizione chiara dei requisiti indispensabili, di quelle discriminanti, di quelle posizioni fondamentali e di principio senza le quali non ha senso parlare di unificazione dei veri comunisti;
b. l’assoluta, netta ed aperta rottura con il revisionismo, l’opportunismo, la socialdemocrazia, la totale indipendenza del proletariato su ogni piano;
c. l’elaborazione e la pratica comune delle organizzazioni e dei loro compagni che ne fanno parte, che si sostanzia nella produzione e diffusione di documenti, comunicati, volantini, partecipazione a manifestazioni, iniziative pubbliche, inchieste, convegni, attività di formazione, etc.
Riteniamo che la linea giusta sia oggi quella che esige l'unione militante dei marxisti-leninisti in un’unica organizzazione e con un unico programma, in stretto legame e a sostegno delle lotte operaie attuali, cimentandosi nei fatti alla soluzione di tale questione.
Gli autentici comunisti sono quelli che oggi si battono instancabilmente per l'unità su giuste basi e per il loro rapporto con il movimento operaio, misurandosi quotidianamente con le questioni poste dall’inasprimento delle principali contraddizioni della nostra epoca: la contraddizione fra il lavoro e il capitale, fra i diversi gruppi del capitale finanziario e le diverse potenze imperialiste, tra le potenze imperialiste dominanti e i popoli e i paesi dipendenti.
I compagni che riconoscono la validità di queste posizioni, hanno il dovere di raggrupparsi e lavorare assieme, immediatamente, dato che non c'è ragione valida per mantenere la separatezza.
Malgrado si mantengano dei disaccordi non di principio e su alcune questioni tattiche, sulla valutazione di questo o quel processo o fenomeno, malgrado persistano - e persisteranno per qualche tempo - sfumature diverse che vanno discusse e ricomposte ad unità, noi dobbiamo assolutamente metterci alla prova e dar vita ad un lavoro in comune, a un intervento e a una iniziativa politica nella classe operaia, preparando le condizioni per l’unità strategica.
Solo ponendoci seriamente i fini socialisti e i compiti politici del proletariato, solo realizzando un lavoro pratico fra le masse sfruttate e oppresse, tramite una effettiva unità di azione, potremo giungere ad una posizione politica realmente unificata e completare la fusione in tutti i suoi aspetti.
E’ per mezzo di un lavoro sistematico e consistente nella classe operaia, nel vivo della lotta di classe, che potremo conquistare influenza dentro la classe operaia e compiere quei decisivi passi in avanti e raggiungere una unità superiore: il Partito unico del proletariato italiano.
Comunista è chi lavora per portare il socialismo scientifico e proletario nelle lotte di tutti i giorni; chi organizza gli operai non mettendosi alla loro coda, ma elevando la loro coscienza; chi li dirige nei fatti legandosi ad essi nel corso della lotta; chi prepara ogni giorno alla rivoluzione il movimento operaio, stabilendo con esso un rapporto aperto e diretto, accumulando forze rivoluzionarie.
La profondità della crisi del barbaro sistema capitalistico esige che si rafforzi sempre più l’unità dei marxistileninisti e la loro unione con il movimento operaio e popolare, per consolidare entrambi.
Non serve a questo scopo l’indifferenza, il silenzio, la disgregazione, l’atteggiamento settario che taluni gruppi mantengono; non serve l’organizzazione dei comunisti in differenti circoli, perché tutto ciò porta solo a mantenere la distanza, il distacco fra socialismo scientifico e movimento della classe.
Il nostro compito di comunisti è di rappresentare gli interessi del movimento proletario nel suo complesso, di difendere il suo futuro indicandone il fine ultimo e i compiti politici rivoluzionari, salvaguardandone l’indipendenza ideologica e politica.
Di qui deriva la responsabilità a cui ora siamo chiamati: unirsi per portare la vera coscienza di classe nella massa degli sfruttati e degli oppressi dal capitalismo, contribuire allo sviluppo politico e all’organizzazione politica rivoluzionaria della classe operaia, che chiamiamo Partito comunista, strumento imprescindibile per conquistare il potere politico e trasformare radicalmente tutta la società.

Un terreno di incontro, elaborazione, iniziativa comune
E’ necessario compiere ogni sforzo per uscire da una situazione di frazionamento, autoreferenzialità, debolezza e mancanza di ruolo politico degno di tale nome da parte dei comunisti.
La crisi economica che non conosce sosta, l’offensiva dell’oligarchia finanziaria contro la classe operaia e le masse popolari, la crescita del rifiuto di massa e della resistenza alle politiche dell’oligarchia finanziaria in diversi paesi, fra cui il nostro, richiedono che si proceda senza indugi lungo il processo di unificazione dei comunisti.
La stessa deriva autoritaria e antipopolare seguita dai partiti revisionisti, socialdemocratici e riformisti, che sostengono senza più ritegno le politiche neoliberiste antipopolari e si spostano sempre più a destra nella loro funzione di puntello sociale del capitalismo, ci spingono sempre più sul piano dell’unità di lotta e dell’unità dei sinceri comunisti.
Nella situazione attuale, che vede una dura offensiva capitalistica, la trasformazione reazionaria dello Stato e della società, la graduale liquidazione dei diritti e delle libertà democratiche dei lavoratori, le minacce di guerra - processi che avvengono sotto la spinta del capitale finanziario e delle sue istituzioni nazionali e internazionali - riteniamo necessario e urgente che le varie, oggi sparse, realtà marxiste-leniniste, e tutte le forze autenticamente comuniste e rivoluzionarie, avviino, per favorire il processo di unità dei comunisti, un serio e franco confronto, per trovare un comune terreno politico di iniziativa e intervento politico di massa e di organizzazione rivoluzionaria.
Avanziamo dunque, come concreta proposta alle forze comuniste e rivoluzionarie, la realizzazione di un convegno nazionale sul seguente tema di esplicita e fondamentale attualità politica, da realizzare nel prossimo autunno:

“L’offensiva capitalista, le minacce di guerra imperialista, la trasformazione reazionaria dello Stato e la repressione dei diritti e dei bisogni sociali della classe operaia e delle masse popolari: quale risposta organizzativa e di lotta rivoluzionaria del proletariato per l’abbattimento del barbaro sistema capitalista e la costruzione del socialismo?”.

E’ nostro desiderio costruire e realizzare unitariamente questo evento con tutte le realtà comuniste che ne condividono il carattere e che comprendono l’importanza di approfondire l’analisi della realtà sulla base degli insegnamenti dei nostri maestri Marx, Engels, Lenin e Stalin, di dare una risposta ideologica e politica all’offensiva borghese, rilanciando le ragioni del socialismo e dando battaglia al revisionismo e al riformismo nella teoria e nella pratica.
Chiamiamo perciò tutti i partiti, le organizzazioni e i singoli compagni comunisti, gli operai avanzati, i giovani rivoluzionari, gli antifascisti, gli anticapitalisti, a esprimersi in tal senso.

Viva l’unità dei sinceri comunisti!
Il capitalismo è scosso da contraddizioni irresolubili nell’ambito di questo barbaro sistema. E’ assediato dagli operai e dai lavoratori che accrescono la loro forza nei cinque continenti. Il mondo attuale è gravido di rivoluzione, le premesse materiali del socialismo sono ampiamente sviluppate. Ma sono le condizioni soggettive ad essere arretrate, a causa della grave sconfitta subita dal proletariato a livello internazionale.
Di conseguenza il proletariato lotta senza coscienza politica, senza un’organizzazione e senza un programma che esprima i propri interessi di classe. In queste condizioni si trova ad essere un’appendice di altre classi sociali, invece che il dirigente nella lotta di tutti gli sfruttati e gli oppressi contro gli sfruttatori e gli oppressori.
Ciò richiede una risposta da parte dei sinceri comunisti, la cui principale responsabilità sta nell’unirsi assieme ai migliori elementi del proletariato in un partito unico della classe operaia, basato sulla teoria d’avanguardia che esprime le esigenze di sviluppo della vita materiale della società, per sviluppare la propria azione nel movimento operaio e popolare.
Noi ci atteniamo al concetto basilare che in ogni paese deve esistere un solo autentico Partito come reparto di avanguardia, organizzato e cosciente, della classe operaia, perché identici sono gli interessi della classe operaia in ogni paese e una sola è la sua ideologia, il marxismo-leninismo.
Autentico partito della classe operaia è solo quello che applica coerentemente nella situazione concreta l’ideologia rivoluzionaria del proletariato; che resiste con determinazione a tutti i partiti borghesi e revisionisti; che segue un’intransigente politica di classe, chiama alla mobilitazione e guida audacemente il proletariato nelle battaglie quotidiane di classe; che lo prepara incessantemente alla battaglia decisiva, al fine di abbattere la dittatura borghese e instaurare la dittatura del proletariato; che si adopera ad attrarre in questa lotta, attorno alla classe operaia, tutti gli strati popolari vittime del capitale.
Questo è il Partito unico che vogliamo formare, solo questo partito potrà essere lo stato maggiore rivoluzionario del proletariato, l’incarnazione dei suoi interessi, delle sue aspirazioni e dei suoi ideali rivoluzionari.
Il proletariato ha bisogno più che mai dell’unità dei sinceri comunisti, ha bisogno di un solo Partito politico rivoluzionario e completamente indipendente dalla borghesia, non dell’unità tra i comunisti ed i nemici del socialismo.
Abbiamo dunque il dovere di gettare le fondamenta di questo tipo di Partito comunista del proletariato del nostro paese superando il frazionismo, il "campanilismo" e l'immaturità politica dei vari gruppi, facendo convergere tutti gli sforzi verso la costruzione di una sola organizzazione nazionale che, colmando le gravi lacune esistenti, realizzi i presupposti per la effettiva edificazione del Partito unico, possa adempiere fin da subito al suo ruolo dirigente, respingendo tutti i tentativi di introdurre l’opportunismo nella lotta di classe.
La classe operaia non può aspettare che le beghe tra i vari gruppi la privino della sua organizzazione di avanguardia, della sua funzione politica autonoma. Di fronte all'offensiva sempre più minacciosa del capitale, di fronte alla caporetto riformista, dobbiamo convogliare tutte le energie sane per ridare alla classe operaia una guida all'altezza della situazione, organicamente inserita nei ranghi del Movimento Comunista Internazionale.
Ciò è quanto il CONUML si sforza di fare con convinzione ed impegno.
Rilanciamo dunque, a tutti i partiti, le organizzazioni e i gruppi marxisti-leninisti, a tutte le forze autenticamente rivoluzionarie, l’appello alla più netta, completa e definitiva rottura col revisionismo e l’opportunismo, a farla finita con il settarismo, il localismo, l’eclettismo, l’entrismo e le altre tendenze nocive, e a comportarsi da coerenti comunisti.
Chiamiamo di nuovo queste forze a partecipare al confronto, sottoponendoci eventuali critiche e, se d’accordo con i principi marxisti-leninisti e le direttrici del nostro percorso, a manifestare la volontà di unirsi nel CONUML per rafforzare il processo di unità dei comunisti e gettare le basi di un solo, forte Partito comunista!

Luglio 2014

Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML)
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
Piattaforma Comunista

Per contatti: conuml@libero.it

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