Elenco degli organismi di cui sono pubblicati documenti sul blog


Rete dei Comunisti
Partito Comunista Italiano marxista-leninista - Piattaforma Comunista
Collettivo Aurora
Lotta e Unità
Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (CARC)
(nuovo) Partito Comunista Italiano
Riscossa Proletaria per il comunismo
Fronte Popolare
Laboratorio Comunista Casamatta


Se volete inserire un documento come nuovo post e/o essere inseriti nella lista degli organismi, contattateci con una mail: unioneforzecomuniste@gmail.com, o con il modulo di contatto a fondo pagina.

lunedì 6 ottobre 2014

da un militante di Piattaforma Comunista

Passato e futuro nella lotta per l’unità dei marxisti-leninisti
[Tratto da Scintilla - Ottobre 2014]

Quanto pesano sui genuini comunisti che desiderano lottare e unirsi su giuste basi, in contrapposizione con ogni tendenza revisionista e opportunista, i diversi giudizi sul passato, in particolare sulle prime esperienze di socialismo?  Quale ruolo giocano le controversie ideologiche riguardanti su queste esperienze storiche nel perpetuare le divisioni e frenare il processo di unità dei comunisti?
Per dare una risposta a queste domande - senza sminuire di una virgola l’importanza dei giudizi sul passato - dobbiamo tenere presente ciò che scriveva Marx: “La rivoluzione sociale del secolo decimonono (la rivoluzione proletaria n.d.r.) non può trarre la propria poesia dal passato, ma solo dall’avvenire. Non può cominciare a essere se stessa prima di aver liquidato ogni fede superstiziosa nel passato. Le precedenti rivoluzioni avevano bisogno di reminiscenze storiche per farsi delle illusioni sul proprio contenuto. Per prendere coscienza del proprio contenuto, la rivoluzione del secolo decimonono deve lasciare che i morti seppelliscano i loro morti. Prima la frase sopraffaceva il contenuto; ora il contenuto trionfa sulla frase.” (Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte).
Le parole di Marx scaturiscono da una certezza scientifica: il proletariato, la classe più rivoluzionaria della società, è la classe a cui appartiene il futuro. E’ il processo stesso della rivoluzione sociale del proletariato - una classe che si eleva a classe egemone per abolire tutte le classi - il suo corso non lineare e rettilineo, i suoi scopi che differiscono radicalmente da tutte le limitate rivoluzioni del passato, a rovesciare completamente il rapporto passato-futuro: dal dominio del primo a quello del secondo.
Applicare questo concetto ai compiti attuali significa che i comunisti, i quali rappresentano la coscienza e l’avvenire del movimento operaio, non devono farsi schiacciare dal peso del proprio passato, ma averne coscienza per non ripetere gli stessi errori.
I differenti giudizi sui processi storici che abbiamo alle spalle non possono e non devono bloccare il processo di unità dei sinceri marxisti-leninisti, che a sua volta non può dipendere dalle disquisizioni sulle vicende storiche.
Se ci riferisce al medesimo patrimonio teorico, storico e politico, se si difendono e si valutano positivamente le prime esperienze di edificazione del socialismo proletario, le loro realizzazioni, se si ha la stessa identità politica e ideologica e si condanna il rovesciamento della dittatura del proletariato e la restaurazione del capitalismo avvenuta ad opera dei revisionisti, non è possibile giustificare una divisione insanabile, di principio, sulla base di una diversa analisi di taluni processi storici, dei dissonanti giudizi riguardanti le prime esperienze, i primi tentativi di passaggio alla società comunista. Il passato serve ai comunisti per apprendere le lezioni della storia, per affrontare i compiti dell’oggi e del domani, non per mantenere una separatezza o per dividersi, non per rimanere impigliati nelle diatribe e rendere impossibile l’avvenire.
Lo studio, l’analisi e il dibattito – basato sul materialismo storico e condotto con metodo dialettico - devono continuare in maniera aperta e profonda, traendo da queste esperienze storiche gli errori, i limiti, le debolezze, le contraddizioni, le deviazioni, comprendendo fino in fondo le cause della vittoria della controrivoluzione e della restaurazione del capitalismo, e soprattutto le lezioni positive, i successi, gli insegnamenti di cui sono ricche quelle esperienze (e che sono assai più numerosi e rilevanti degli insuccessi), che sono di enorme importanza per le battaglie rivoluzionarie che abbiamo davanti a noi.
Un confronto, questo, che deve essere condotto in modo serrato, franco e leale, legato alle questioni dell’oggi, e in cui la critica proletaria sia sempre accompagnata dall’autocritica. Cioè dalla consapevolezza che le nostre stesse debolezze, carenze e limiti hanno costituito una parte del problema, impedendo lo sviluppo della nostra teoria e rallentando la riorganizzazione del movimento comunista.
Grazie alla capacità di apprendere dalle proprie sconfitte il proletariato rivoluzionario può avanzare a livello teorico-pratico, può sviluppare una coscienza critica delle condizioni della propria definitiva emancipazione.
Dobbiamo perciò smetterla di essere schiacciati dal peso del nostro passato e delle vecchie questioni.
Bisogna unirci sulla base dei principi inseparabili del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, su un programma politico rivoluzionario.
La discriminante fondamentale è fra la via rivoluzionaria e la via riformista.
Agire diversamente vorrebbe dire cadere nel disfattismo, nel dogmatismo, oppure nell’utopismo.

Pietrangeli

Nessun commento:

Posta un commento