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giovedì 14 maggio 2020

Scienza e comunisti


Modena, 22.04.2020


Premessa: cos'è la scienza?
I comunisti adottano il materialismo dialettico come strumento per comprendere e per cambiare il mondo.  Il materialismo dialettico non è una religione. E’ una concezione del mondo basata sulla validità, da secoli dimostrata, del metodo scientifico quale strumento di indagine e di modificazione del reale. Il MD però non si esaurisce in applicazione del metodo scientifico. Il MD da una spiegazione giusta dei processi di trasformazione del reale, afferma che è lo sviluppo delle contraddizioni il motore che determina la continua trasformazione del reale.
A fianco del MD Marx ed Engels elaborarono anche il materialismo storico, che in sintesi è il MD applicato allo sviluppo delle società umane. Con il MS possiamo comprendere più chiaramente il processo di trasformazione della società, in particolare individuando la lotta di classe come elemento fondamentale di ogni trasformazione, da quando si è determinata la divisione in classe agli albori della nostra storia e perdurante tutt’ora.
Quindi, da comunisti, dobbiamo sempre avere presente che l’analisi dei fenomeni che riguardano la nostra società, il modo di produzione capitalistico (MPC) non possono essere compresi se non dando una risposta alla domanda “cui prodest?”, quale classe trae vantaggio da un determinato processo di sviluppo? Quale classe trae vantaggio dal diffondersi di una determinata concezione o visione delle cose che ci circondano? Tutto questo vale per ogni ambito delle attività umane, compresa la ricerca e la sperimentazione scientifica.
La scienza non è un mondo a parte. L’ambito scientifico è composto da individui, società, istituti, strutture e sovrastrutture (per brevità chiamiamolo apparato scientifico) sottoposte alla stessa legge che il materialismo storico ha individuato: anche nel mondo della scienza vige la lotta di classe, non esistono interpretazioni scientifiche non soggette alla lotta di classe. Questo non significa che non vi siano leggi assolutamente valide per un determinato contesto di applicazione. Significa però che anche l’apparato scientifico di ogni paese e complessivamente del mondo intero è storicamente determinato, cioè anche su esso agisce lo stato in corso della lotta di classe, e quindi anche gli interessi di classe (il cui prodest di cui sopra).

Su cosa basiamo la nostra conoscenza?
Quando dai mass media ci giunge la notizia che “il popolo venezuelano si rivolta contro Maduro reo di aver provocato, in continuità con Chavez, il peggioramento delle condizioni di vita delle larghe masse”, noi giustamente non è che prendiamo la notizia per oro colato, anzi: ci diamo da fare per dire come stanno realmente le cose, basiamo la nostra controinformazione su quanto le nostre conoscenze storiche e le nostre relazioni internazionali ci permettono di affermare, denunciamo il tentativo dei paesi imperialisti di boicottare e far fallire l’esperimento di emancipazione dal capitalismo che il popolo venezuelano sta sostenendo, ecc.
Noi ci comportiamo in questo modo perché sappiamo che la lotta di classe si compone molto spesso di notizie false propagate da chi ha potere sui media, notizie la cui diffusione favorisce gli interessi della borghesia e ostacola quelli del proletariato. Noi ci chiediamo: cui prodest?
Quando ci giunge la notizia, attraverso i mass media, che è stato scoperto un modo per curare una malattia, la prima cosa che dobbiamo fare è chiederci: sarà davvero così? Quali effetti sulla vita del proletariato avrà lo sviluppo della scoperta? Quali conseguenze ha per la lotta di classe in corso? A chi giova questa scoperta? Cui prodest?
Se non ci poniamo queste domande noi comunisti non svolgiamo il ruolo che abbiamo scelto di svolgere, non assumiamo uno schieramento di classe dalla parte del proletariato.
L’atteggiamento passivo di fronte alle dichiarazioni di supposti indiscutibili “scienziati” che vengono spacciati per luminari, che vengono presentati dai media come gli unici veri scienziati, che si arrogano il diritto di radiare dagli albi i loro concorrenti, è un atteggiamento che ci fa abdicare al nostro ruolo. Ma anche quando tali scienziati hanno fatto onestamente e in relativa autonomia - che è sempre relativa l’autonomia di uno scienziato che opera nel modo di produzione capitalista - il loro lavoro, non è detto che 1. quanto hanno scoperto sia indiscutibile, 2. quanto hanno scoperto sia solo un vantaggio per il proletariato, 3. non vi siano altri scienziati altrettanto onesti che hanno posizioni divergenti.
Il metodo scientifico, lo sappiamo, trova il suo motore principale nel mettere in dubbio quanto fino al momento acquisito. Galilei venne minacciato di morte quando cercò di dimostrare che il suo sistema era più corrispondente alla realtà, l’apparato scientifico di allora gli diede torto. La nostra diretta esperienza - se non bastassero tutte le esperienze storiche accumulate - ci dimostra invece che la terra è più o meno sferica.
Le stesse teorie di Newton si sono dimostrate valide per la maggior parte dei campi di applicazione degli ultimi secoli e lo sono in una certa misura ancora oggi. Ma sappiamo bene che le leggi newtoniane hanno una validità relativa, cioè sono relativamente false, valgono solo entro l’ambito ordinario dei fenomeni con cui trattiamo nella nostra esistenza “ordinaria”. Nella realtà abbiamo scoperto che sia il micro che il macro cosmo seguono leggi differenti, che contraddicono quelle scoperte da Newton. Le leggi della relatività generale e ristretta e della meccanica quantistica sono un passo avanti.
Oggi siamo in grado di utilizzare (tra poco anche nell’ordinario) le scoperte di Einstein, Schwarzschild, Heisemberg, Eddington, Bhor, Plank, Sommerfelf, Hubble, Pauli e compagnia. Il laser, anche quello ormai diventato obsoleto dei masterizzatori CD/DVD, ha come base le scoperte che “misero in soffitta” (si fa per dire, le usiamo ancora e sono adatte alla vita “normale”) le leggi di Newton.
Come dimostra il MS, lo sviluppo della società è determinato fondamentalmente dalla lotta di classe, dalla lotta per la produzione e dalla ricerca scientifica. Ciò significa che nell’ambito scientifico la lotta per affermare determinate concezioni non è una lotta tra gentiluomini che credono fermamente nel principio “vinca il migliore”. Essa è una lotta all’ultimo sangue per affermare le concezioni che favoriscono l’una o l’altra classe.
Quindi non solo gli scienziati che vogliono svolgere onestamente il lor lavoro, ma ancor più noi comunisti dobbiamo assumere un atteggiamento critico verso tutto quanto prodotto dall’apparato scientifico della società capitalista.
La scienza non è neutra. Se in Tv ci dicono che Burioni ha affermato che i vaccini sono sicuri e indispensabili, oppure che è in corso una pandemia alla quale non si può che rispondere con le misure che il governo (borghese) decide, noi dobbiamo mettere in dubbio queste affermazioni e sviluppare in modo il più possibile autonomo le nostre ricerche e le nostre valutazioni e proposte. Ci sono ormai centinaia di scienziati, molti di fama mondiale, che hanno posizioni differenti o opposte a quelle dei cosiddetti esperti di regime. Come minimo dovremmo ascoltarli, valutarne la validità e studiare le loro teorie e le loro scoperte per interpretare la realtà, più di quanto facciamo con gli “esperti” di regime. Se non altro proprio perché sono avversati dal regime dovrebbero metterci una pulce nell’orecchio.
Il nostro atteggiamento passivo e suddito (“non sono uno scienziato e quindi non posso metter verbo”) è un grave danno alla causa del proletariato. Noi siamo in grado di dire la nostra su tante questioni: politica, economia, sociologia, ecc. ma nel campo scientifico (e in particolare in quello medico) non possiamo dire nulla. Chi l’ha detto? Perché lasciamo che il nostro nemico di classe faccia il bello e il cattivo tempo anche in questo campo?
La storia della lotta di classe in ambito scientifico è piena di scienziati screditati, radiati, eliminati perché le loro posizioni, che si sono poi rivelate giuste, non corrispondevano agli interessi della classe dominante. Anche oggi continua a succedere regolarmente. Noi comunisti abbiamo il dovere di indagare, di farci un’opinione il più possibile autonoma da quella che la borghesia vorrebbe far prevalere e dobbiamo difendere chi, anche se non schierato con noi, si batte per far valere le posizioni scientificamente più avanzate. “Ma come possiamo dire che sono quelle le più avanzate?” obietteranno alcuni. Allo stesso modo in cui affermiamo che il socialismo è un sistema economico e politico più avanzato di quello capitalista!
Dobbiamo studiare, indagare, fare inchiesta, mobilitarci e mobilitare per avere una visone autonoma della realtà. Se non facciamo questo sosteniamo la borghesia, perché in guerra - e la lotta di classe è una guerra - se non combatti il nemico lo sostieni.

Quali cambiamenti sono in corso nel campo della ricerca scientifica nel mondo attuale?
La domanda è di troppo grande portata per essere tratta qui. Serve solo come spunto per avviare un ragionamento. La crisi del modo di produzione capitalista in corso sta sconvolgendo ogni ambito della società e tale sconvolgimento andrà via via accentuandosi man mano che le contraddizioni si faranno più acute. La lotta di classe si acuisce anche nell’ambito della ricerca scientifica.
Sono sempre più numerose le voci in dissenso con le posizioni ufficiali, di regime, da anni consolidate a suon di finanziamenti delle lobby finanziarie e dei media succubi della borghesia. Non solo a livello di lavoratori sfruttati e di masse immiserite dallo sfruttamento e dalla pauperizzazione, ma anche tra gli intellettuali, tra gli scienziati di ogni settore di ricerca e applicativo. C’è bisogno di un cambio di paradigma delle relazioni tra movimento rivoluzionario, di cui vorremmo essere avanguardia, e il mondo scientifico che non si schiera sotto l’ala della borghesia, che non china la testa, che dice la sua e combatte almeno per far conoscere i risultati del proprio lavoro. Noi comunisti dobbiamo sviluppare un’alleanza con questo movimento; dobbiamo studiarlo, conoscerlo a fondo, giudicarlo con metodo scientifico; sostenerlo nelle sue battaglie contro le lobby finanziarie che vorrebbero zittirlo.
Non è detto che in questo movimento non vi siano anche imbroglioni e opportunisti: è normale che succeda. Ma noi non possiamo basare il giudizio in merito ad un movimento osteggiato dal regime borghese su quanto questo stesso regime sostiene. Tutto il movimento ambientalista da decenni combatte contro la distruzione del pianeta, almeno in questo campo abbiamo iniziato a costruire alleanze positive. Ma ci sono anche tanti altri ambiti sui quali non abbiamo preso posizione o, peggio ancora, abbiamo dato ragione a quanto il regime afferma, affiancandoci alla borghesia nella denigrazione e nell’occultamento lasciando sola quella parte di masse popolari che si oppone.
Il movimento per la libertà di scelta sui vaccini, ad esempio, sta da anni conducendo una campagna sacrosanta sul diritto di scelta, sul diritto di conoscenza di quanto viene somministrato obbligatoriamente ai nostri figli e contro questa obbligatorietà. Il solo fatto che anche giornali filo regime ammettano che molti medici sono tra i primi a non vaccinare i propri figli dovrebbe farci alzare le antenne. Invece fino ad ora, direi con nessuna eccezione, il movimento comunista si schiera con la Lorenzin, con Burioni, con “Big Pharma”. Quanto ci vuole a capire che gli interessi delle case farmaceutiche (roba da 7-800 miliardi di dollari l’anno di fatturato contando solo le più importanti), proprio come avviene per tutte le imprese capitaliste, fanno i loro interessi sulle spalle delle masse popolari. E più grandi sono maggiori danni fanno.
Alcuni anni fa dicevano che noi comunisti mangiavamo i bambini. La stessa classe che affermava questo dovrebbe oggi insegnarci come funziona il mondo?
Inizialmente anche io sono stato scettico sulla scientificità delle critiche sostenute da questi movimenti. Poi mi sono detto: da comunista non posso basare le mie idee e le mie azioni sul quello che mi sciorina il mio nemico di classe. Come minimo devo sviluppare un’inchiesta autonoma, il più possibile indipendente. Così mi sono messo leggere e studiare il lavoro di alcuni scienziati affiancati a questi movimenti (Montanari, Miedico, Tarro, Luc Montagner, ad esempio) e a frequentare alcune riunioni e iniziative promosse da questi movimenti. Tra il pubblico vi ho trovato, come mi aspettavo, soggetti provenienti da esperienze molto diverse dalla mia, ma che facevano parte delle masse popolari, che erano proletari sfruttati, che avevano problemi materiali simili ai miei, che si arrabattavano nelle stesse difficoltà, che combattevano lo stesso regime che combatto io. Certo, lo facevano senza magari mettere in discussione il MPC, senza una visione generale e strategica del problema. Ma tanti invece una visone strategica l’avevano e la mia proposta di società socialista e comunista era molto più vicina alla loro che a quella capitalista. E comunque, mi sono detto, ogni forza che combatte il nemico di classe principale deve essere la benvenuta nel fronte della lotta anticapitalista.
In fondo poi dobbiamo pur dare per scontato che il movimento comunista del nostro paese (in particolare di ogni paese imperialista) non è esperto in ogni settore della conoscenza, della ricerca, della tecnica, della produzione, ecc. Diverso è il discorso per i paesi che hanno fatto la rivoluzione socialista e/o hanno superato il capitalismo almeno in una certa misura. La Cina in primo luogo, ma anche Cuba, Venezuela, ecc.
Proprio in questi paesi la ricerca scientifica ha mostrato come logiche che da noi valgono come leggi universali e indiscutibili, da loro sono state messe sotto accusa e superate. Il campo medico è tra i primi posti in proposito. Noi possiamo fare dei passi avanti. Mettiamo a confronto apertamente le teorie borghesi con quelle critiche, invitiamo gli studiosi e i ricercatori più critici ad illustrare le loro teorie e le loro ricerche, proprio come facciamo quando chiamiamo il compagno Vasapollo o altri nostri esperti a chiarire come funziona l’economia. Usiamo la nostra testa, le nostre conoscenze per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. E quando abbiamo dei dubbi momentaneamente irrisolvibili, evitiamo almeno di dare per scontato che i padroni hanno ragione!
Quindi compagni: il superamento del paradigma di relazione tra noi e la scienza borghese attuale dobbiamo impostarlo noi stessi: non ce lo fornirà la borghesia stessa attraverso il suo apparato scientifico; è proprio questo apparato scientifico che dobbiamo ricusare e superare, unendoci a quanto di meglio il movimento che si oppone all’oppressione borghese sta producendo e ricavando da esso ogni elemento utile da avanzare laddove siamo ancora deboli.

Che posizione assumiamo rispetto alla pandemia da Covid19?
Come appena affermato, anche se non siamo ancora esperti, anzi: proprio perché non siamo ancora esperti, dobbiamo dare ascolto alle mille voci dissonanti rispetto al mainstream borghese. Perché è più probabile che tra quelle voci vi sia qualcosa di più corrispondente al reale. La borghesia, con i suoi governi, i suoi apparati, i suoi servi si adopera per far passare una visione adatta agli interessi suoi.
Dopo il primo disorientamento iniziale è da oltre un mese che raccolgo voci dissonanti. Molto spesso le ho fatte girare per verificare il grado di corrispondenza tra esse e la realtà al di là dei miei ristretti confini: ho scoperto che c’è molta più scienza in queste voci che nel coro borghese (e non mi aspettavo certo altro).
Faccio qualche esempio: stagione influenzale 2014/15 il Italia oltre 20.000 morti; stagione influenzale 2016/17 quasi 25.000 morti. Sono due cifre significative che dimostrano, se sono vere, che la pandemia è una montatura. Perché tre anni fa e due anni fa non c’è stato il lockdown e quest’anno già quando eravamo a 4000 morti lo hanno imposto? Allora non ce ne fregava un cazzo dei morti e oggi siamo diventati ipersensibili? I 25.000 di oggi valgono di più dei 25.000 del 2017? Se i morti di oggi diventeranno 30.000, cioè 5.000 in più del 2017, perché la differenza di 5.000 morti tra le epidemie influenzali 14/15 e 16/17 non ha portato al lockdown di quest’anno?
Sarebbe importante capire cosa c’è di vero in questi dati, dato che la “pandemia” sta sconvolgendo la vita di milioni e milioni di proletari, poveri, migranti, ecc. ecc.
Se anche non ho i mezzi per dimostrare se è vera o no, devo pur tener conto che la fonte di questi dati è la stessa (ISTAT) che oggi mi dice che “siamo arrivati alla terribile somma di 25.000 morti con il Codiv19”. Quand’è che ci raccontano una balla? Perché basiamo la nostra attività sulle balle che ci raccontano?
A livello mondiale, ogni anno, il virus influenzale colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione adulta, vale a dire da 350 milioni a 1 miliardo di persone. Siamo ben lontani da queste cifre, eppure…
Oppure ragioniamo sui 770.000 morti di HIV nel mondo nel solo 2018: perché questo tipo di cifre ben più gravi sono passate praticamente sotto silenzio? Perché riguardano per lo più i paesi poveri!

Alcuni, a sostegno dell’idea che la pandemia è reale, mettono in rilievo il fatto che comunque gli ospedali è vero che si sono intasati, che i morti ci sono davvero perché è da lì che vengono. Quindi il governo starebbe facendo l’unica cosa possibile. Ma ci sono anche tante altre voci di lavoratori della sanità, di medici, di esperti del settore che spiegano il perché. Naturalmente lo smantellamento del sistema sanitario pubblico messo in opera da altre 20 anni è una delle cause principali. Ma da qualche settimana (quindi un po’ in ritardo, ma ci può anche stare) si scopre che questa influenza provoca numerose trombosi. Trattare con intubazione un organismo affetto da numerose trombosi è come impiccarlo. Infatti hanno iniziato ad intubare meno e a ricorrere all’eparina, cioè un farmaco che fluidifica il sangue e riduce il rischio di trombosi. E i risultati si cominciano a vedere.
Altro aspetto. Fin dall’inizio della “pandemia” si è sparsa a gran voce l’idea che la vera soluzione la troveremo solo quando avremo trovato un vaccino. Ma anche i poco esperti di vaccini sanno che i virus, in particolare i coronavirus che sono i tipi di virus responsabili delle cosiddette malattie da raffreddamento (compreso il banale raffreddore) non rispondono mai ai vaccini. Perché? Semplicemente perché questo tipo di virus, come tanti altri, mutano velocemente e già solo nell’ambito di una stessa stagione influenzale ne vengono prodotti diversi tipi differenti tra loro a partire da uno stesso ceppo. Il coronavirus, per giunta, è tra quelli che mutano più velocemente e frequentemente. Quindi qualsiasi vaccino è eventualmente utile per un virus che già non c’è più.
Infatti da quando la vaccinazione anti-influenzale è stata distribuita a tappeto, i malati e i morti di influenza non sono affatto diminuiti: sono invece aumentati!
Ma, dissentono alcuni, se fornisco di diversi vaccini il mio sistema immunitario, comunque lo rendo in grado di affrontare una vasta gamma di possibili virus futuri. Nemmeno così funziona. Anzi! Proprio bombardando il sistema immunitario con diversi virus (per quanto indeboliti) ricevo in risposta da esso un risultato che è ancora peggiore del problema che volevo risolvere. Non a caso si vanno diffondendo in modo esponenziale le malattie autoimmuni. Il nostro sistema immunitario reagisce in modo sempre più indiscriminato, attaccando anche cellule sane del nostro organismo.
Perché devo vaccinare mio figlio a tre mesi quando il suo sistema immunitario è tutto da formare? Quanti rischi corro?
O ancora. Perché ridurrebbe il rischio di contagio mandare tutti a far la spesa al supermercato e non, invece, nei singoli negozi, sparsi sul territorio per un area ben più vasta? Consideriamo pure che ci sono articoli che il supermercato può vendere mentre i negozianti che vendono gli stessi articoli devono tenere chiuso. Non sarebbe più logico lasciare aperte le piccole attività locali che permetterebbero una minore concentrazione di persone?
Perché in fabbrica gli operai possono concentrarsi per essere sfruttati ma se vado a correre al fiume, dove non incontro un cane per decine di chilometri, mi devo prendere una multa?
Potrei continuare per ore a fare esempi, ma mi fermo qui. Il succo è chiaro.

Allora, compagni, bisogna che apriamo gli occhi e ci mettiamo seriamente su una posizione critica e indipendente per capire cosa succede e come far fronte a questo tentativo di renderci ancora più succubi del sistema borghese.
Cui prodest? Milioni di lavoratori autonomi e piccole imprese chiuderanno e ancor più milioni di lavoratori si troveranno in una condizione disperata, ancor più disponibili a farsi sfruttare per un salario da fame e in condizioni ben peggiori di quelle già pessime di oggi. Mentre le grandi concentrazioni di capitali faranno incetta delle macerie a buon mercato che gli autonomi e le piccole imprese lasceranno sulla loro strada. D’altra parte è una fondamentale legge imperialista quella della concentrazione di capitali nelle mani di pochi. Lo abbiamo affermato anche in una delle conferenze via streaming di questi giorni: questa pandemia svolge la funzione di distruggere capitali in eccesso proprio come una guerra, strumento a cui la borghesia ricorre per tentare di uscire dalla sue crisi generali per sovrapproduzione.
Anche da questo punto di vista la semplice parola d’ordine di tenere chiuse le aziende porta l’acqua al mulino degli imperialisti. Bisogna imporre la riapertura in sicurezza e per imporla bisogna che noi compagni ci mettiamo in prima fila per ottenere che le misure siano rispettate, ma non chiamando gli sbirri a fare multe, come alcuni fuori di testa (purtroppo del nostro campo) sostengono, bensì mobilitando e mobilitandoci noi in prima persona. Saremo poco efficaci? Pazienza arriveremo dove possiamo.
Ma possiamo fare anche di più. Approfittiamo della situazione per dimostrare che la gestione privata dell’economia è un cancro che distrugge la vita sociale molto più del Coronavirus. Avanziamo con ancor più forza la nazionalizzazione delle principali imprese, delle banche, degli ospedali, ecc.
Quanto alla clausura che ci viene imposta, dobbiamo iniziare a ribellarci, a prendere gli esempi positivi esistenti, seguirli ed ampliarli: Potere al Popolo e Collettivo Autorganizzato Popolare 80010 di Napoli, manifestazione in onore a Salvatore Ricciardi a Roma, i compagni del Gabrio di Torino, e tanti proletari che singolarmente, a rischio di multe ed arresti, si stanno ribellando.
Fosse per i padroni e i borghesi con questa scusa della pandemia puoi andare solo a farti sfruttare al lavoro o a consumare al supermercato, per il resto “Devi stare a casa!”
Riporto quella che mi pare una giusta osservazione fatta dai Wuming: “L’appello dell’ANPI nazionale a festeggiare il 25 Aprile dai balconi, cantando Bella ciao e sventolando il tricolore, ha lasciato l’amaro in bocca a molte persone. A pensarci, è un rovesciamento ironico: il 25 Aprile siamo soliti ricordare la sconfitta di un tizio che comunicava dal balcone, e anche a quel balcone era appeso il tricolore. Siamo soliti ricordarla in piazza, anche perché è in una piazza che quel tizio, consumato il tempo dei suoi flash mob, fu appeso a testa in giù.”
Il 25 aprile si va in strada e in piazza, che se non ci andiamo noi ci vanno i fascisti!

Saluti comunisti
Enrico Levoni

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